PHOTO
L’odore della carta, il frusciare delle pagine girate, sembrano cose del tempo che fu. Ci si immagina che siano state soppiantate o quasi dalla retroilluminazione degli strumenti elettronici per la lettura. Biblioteche quasi infinite contenute in un supporto digitale. E invece, i dati affermano che durante i quasi due anni di pandemia c’è stata una diffusione della lettura... di libri di carta, anche tra i più giovani. E questa è sicuramente una buona notizia. E a vedere come siano affollate fiere e presentazione di testi, anche online, si ha prova del fatto che quello dell’editoria sia un settore in espansione. Anche se rimane il fatto che il tasso di diffusione della lettura ci vede in fondo alle classifiche.
Un settore in espansione ma assai articolato al proprio interno e in grande evoluzione perché la sfida del digitale l’attraversa non solo per quel che riguarda il prodotto finito, ma anche per le diverse fasi della produzione. Ed è un settore popolato da una diversità di figure professionali, alcune specialistiche e intellettuali dagli autori ai traduttori, altre più manuali ma in alcuni casi ad altissimo contenuto professionale. E in evoluzione.
Partiamo dalle buone notizie. Innanzitutto gli stanziamenti previsti nella legge di bilancio in questi giorni all’attenzione del Parlamento: 230 per il Fondo straordinario per l’editoria per il 2022 e 2023 e 120 milione per la proroga del credito di imposta per l’acquisto della carta. Secondo Giulia Guida, segretaria nazionale della Slc Cgil: “Il settore vede stanziate significative risorse dalla legge di bilancio che necessariamente devono servire a governare la trasformazione digitale, a sostegno dell'occupazione, dell’inclusività delle tante competenze professionali presenti nell'intera filiera del libro, senza tutele e diritti”.
Lo dicevamo, infatti, quello dell’editoria libraria è un mondo popolato di tante figure professionale, alcune di antica definizione e rappresentate nel contratto collettivo di lavoro, altre invece no. Il Ccnl scade a fine dicembre 2022, il prossimo giugno bisognerà presentare la piattaforma per il rinnovo e la sfida è davvero importante. Ancora Guida ci dice che “il settore è in profonda trasformazione, una trasformazione che deve essere governata per cogliere pienamente l’occasione della digitalizzazione. È necessaria una profonda rivisitazione dal punto di vista professionale. La contrattazione nazionale dovrà occuparsi di ammodernare la classificazione professionale, introducendo le nuove figure professionali, anche digitali, già presente nei fatti nel settore”.
Dai traduttori ai grafici editoriali attività che spesso vengono svolte in regime di collaborazione o partita Iva, professione specialistiche che però vengo svolte senza le regole i diritti e le tutele del contratto. Certo, per quanto riguarda autori e traduttori è un passo avanti positivo che il governo abbia approvato, lo scorso 4 novembre, il Decreto legislativo che recepisce la Direttiva Ue 2019/790 sul diritto d’autore e sui diritti connessi al mercato unico digitale. A questo proposito la segretaria nazionale della Slc Cgil sostiene che il provvedimento “aiuterà l’intero settore e in particolare il lavoro, attraverso un sistema di regole corrette e trasparenti”.
Soprattutto, aggiunge Guida, "indiscutibile progresso è l’affermazione del principio dell’equo compenso che si tradurrà in strumenti idonei a garantire il riconoscimento del lavoro autoriale e il correlato impegno delle imprese editoriali nei confronti degli abusi commessi dai giganti del web”.
Una filiera complessa, dicevamo, e vorremmo fare due esempi ai due estremi opposti delle professionalità che “servono” per realizzare un libro e che raccontano quanto l’assenza di regole può incidere negativamente. È cronaca recente, accadeva nel ricco Nord Est una delle maggiori aziende di stampa di libri, Grafica Veneta coinvolta in uno scandalo per lo sfruttamento quasi schiavistico di lavoratori stranieri. Formalmente non direttamente dipendenti ma che operavano attraverso ditte esterne in regime di appalto. Esternalizzazioni, appalti, sfruttamento fino ad arrivare a forme di caporalato. Certo un caso estremo e che vogliamo pensare isolato, ma la logica delle esternalizzazioni e degli appalti, anche in questo settore, non è prassi insolita.
E poi una delle eccellenze della nostra produzione editoriale, i traduttori e le traduttrici. Professioni altamente specialistiche, tradurre un’opera di ingegno coperta da diritti di autore presuppone una conoscenza specifica delle due lingue ed è lavoro delicato e particolare. Ma questa attività non ha, al momento, una classificazione contrattuale. Per il riconoscimento di diritti e tutele anche per loro è nata Strade, un'organizzazione dalla doppia anima, da un lato “di sezione sindacale in Slc Cgil, dall’altro associazione culturale”, da anni in prima fila nella lotta per i diritti dei traduttori editoriali.
Ci dice Samanta Milton, una delle animatrici di Strade: “I traduttori e le traduttrici sebbene abbiano un ruolo chiave nella filiera editoriale, in quanto costruttori di ponti tra le culture, grandi conoscitori della letteratura di partenza e di quella di arrivo, appassionati promotori di opere di qualità e attenti divulgatori del libro anche dopo la sua pubblicazione, lavorano in condizioni al limite della dignità professionale”. “Siamo – aggiunge Milton - sottopagati, privi di alcuna previdenza sociale o sostegno statale, senza la possibilità di prendere malattia o ferie, con una prospettiva pensionistica pari allo zero, abbiamo bisogno di una revisione pressoché totale delle premesse lavorative, per poter produrre letteratura di qualità in condizioni economiche dignitose che permettano di dedicare il giusto tempo a ciascun testo”.
Una battaglia tenace, la loro, che coniuga le giuste rivendicazioni salariali e di diritti, con la volontà di veder riconosciuta la peculiarità del loro lavoro e la dignità di una professione altamente specializzata. “Lottiamo - conclude Milton - per compensi equi, contratti che non ledano i diritti previsti dalla legge, previdenza sociale e un fondo a sostegno dei traduttori editoriali mediante borse di studio e di lavoro, formazione permanente e residenze dedicate. Al momento Strade, insieme ai rappresentanti di tutte le categorie della filiera editoriale, fa parte del gruppo di lavoro sulla legge di sistema per il libro, che riteniamo essere un segnale di disponibilità da parte delle istituzioni che speriamo si traduca in azioni concrete”.
Ed allora sembra proprio essere arrivato il tempo per l’approvazione di una nuova legge sull'editoria, in grado di rappresentare le trasformazioni del settore. Una sfida che si potrà vincere solo con una sinergia tra editori e sindacati.