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Per curiosa coincidenza, il fine settimana appena concluso ha visto la contemporaneità di due eventi tra Roma e Milano, entrambi collocabili dentro il mondo dei libri, seppur in forme diverse. Gli appuntamenti Libri Come e Book Pride (21-23 marzo), se osservati attraverso lo sguardo che hanno offerto le rispettive organizzazioni, e le conseguenti programmazioni, possono considerarsi una buona occasione per una riflessione su come sia iniziato l’anno per l’editoria nostrana.
Libri Come, è noto, pur appartenendo di diritto agli appuntamenti più importanti del calendario editoriale, deve la sua particolarità agli spazi garantiti dalla conformazione dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, che si presta alla costruzione intorno al libro dell’evento in sé, la presentazione più o meno tradizionale, alternata alla performance/reading, una formula che sembra sempre più coinvolgere vari scrittori, da qualche tempo impegnati a trasformare la loro presenza in una sorta di interpretazione teatrale, con risultati ondivaghi, e non sempre apprezzati dai librai, che raccontano di un calo al momento conclusivo della vendita-copie, se lo spettacolo messo in scena racconta tutto o quasi del volume in questione.
Non a caso definita “Festa del Libro e della Lettura”, questa sedicesima edizione di Libri Come ha raggiunto ancora una volta un pubblico numeroso e attento, forse attratto anche dal tema scelto, quella “Pace” di cui molto si parla in questo periodo ma che non assume più i contorni riconoscibili di un tempo, come ribadito nella serata conclusiva dai curatori Marino Sinibaldi, Rosa Polacco e Michele De Mieri: “Quest'anno la parola è stata Pace e non ci sarebbe nemmeno bisogno di sottolinearne, oltre all'attualità, la necessità. Ma allo stesso tempo è una parola che può suonare equivoca o ipocrita: chi può schierarsi contro la pace?”. Ed è proprio in questo varco, tra equivoci, ipocrisia e cruda realtà intorno alla parola pace, che si sono confrontati gli oltre duecento relatori nel centinaio di incontri ospitati.
L’edizione 2025 del Book Pride di Milano ha invece scelto come titolo “Danzare sull’orlo del mondo”, ma è in particolare sulla definizione di “Fiera nazionale dell’editoria indipendente” che vale la pena soffermarsi.
Collocata nei locali del Superstudio Maxi di Milano (in zona forse un po’ troppo periferica), gli oltre 200 appuntamenti in programma hanno visto circa 500 ospiti alternarsi nelle varie sale a disposizione, tra i corridoi dove circa 170 marchi editoriali hanno posizionato i propri stand. E i circa 13.000 visitatori, malgrado le tre giornate siano state caratterizzate da una pioggia battente, per gli organizzatori sono comunque un bel risultato su cui continuare il proprio lavoro, in collaborazione anche con il Salone del Libro di Torino.
Sembrano così già lontani gli anni in cui si combatteva la battaglia editoriale tra le due città per conquistare il primato fieristico, e anzi l’accordo raggiunto sicuramente favorisce la crescita dell’appuntamento milanese, al netto dell’unicità dovuta proprio alla sua “dichiarazione d’indipendenza” editoriale. Un tema, questo, che dalla piovosa Milano ci riporta a Roma, e alla sua “Fiera della piccola e media editoria”.
Viene da chiedersi: dov’è la differenza? Innanzi tutto in quel fatturato, fissato a dieci milioni di euro, che ogni casa editrice non può superare per accedere alla kermesse romana, questione sollevata nel corso dell’ultima edizione, dato che la stragrande maggioranza dei piccoli e medi editori non supera il milione. Si aggiunge la discriminante riguardo proprio “l’indipendenza” che non tutti a Roma possono esibire, data la discussa eterogeneità dei marchi solitamente presenti. Arriva anche da qui la lettera della presidenza “Più Libri Più Liberi” che, dopo proteste varie al tirar delle somme dell’ultima edizione, ora promette una riduzione del prezzo del biglietto d’ingresso (dai 13 euro dello scorso dicembre dovrebbe tornare a 10) e una maggior promozione per tutti, a cominciare dalla reintroduzione del buono acquisto per le scuole. Servirà? Basterà? Si vedrà a dicembre.
Intanto si prepara il prossimo appuntamento al Salone del Libro di Torino, dal 15 al 19 maggio.