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Dal 15 giugno si potrà tornare in scena, ma a dare un po’ di respiro ai lavoratori dello spettacolo saranno soprattutto alcuni provvedimenti contenuti nel Decreto Rilancio, frutto di un confronto tra il governo e le organizzazioni sindacali. Tra i temi più caldi sul tavolo c’era l’indennità di 600 euro, che ha lasciato fuori migliaia di professionisti, a causa del requisito delle trenta giornate di contributi. Nel nuovo decreto, il vincolo viene abbassato a sette giornate per gli iscritti all’ex Enpals, con un reddito inferiore ai 35mila euro. Questo permetterà, a chi era rimasto senza alcuna forma di sostegno, di riceverlo per i mesi di aprile e maggio. Lo stesso bonus andrà anche ai lavoratori intermittenti, moltissimi quelli che operano nello spettacolo dal vivo e nel cinema. In questo caso, bisognerà aver svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate, nel periodo tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020.
Anche attori, musicisti, danzatori, maestranze con entrate mensili al di sotto degli 800 euro, potranno richiedere il reddito di emergenza (rem), mentre per le imprese del settore sarà possibile raddoppiare le nove settimane di ricorso al fis (il trattamento di integrazione salariale) o alla cassa integrazione in deroga.
Tra le misure più importanti ed attese, c’è quella che riguarda la tutela nei confronti delle centinaia di lavoratori licenziati in tronco all’inizio del lockdown, come conseguenza della chiusura di set e teatri e dell’annullamento di concerti e produzioni. Il Decreto Rilancio sospende le procedure di licenziamento collettive o individuali (per giustificato motivo oggettivo) a partire dal 17 marzo e per i cinque mesi successivi. I datori di lavoro che avevano licenziato, potranno revocare la decisione, richiedendo il trattamento di integrazione salariale. Per gli artisti e i tecnici che invece percepivano la Naspi o la DisColl, ci sarà una proroga dell’assegno per altri due mesi oltre la scadenza.
In arrivo anche un sostegno proveniente dall’Imaie, per gli artisti interpreti ed esecutori: il residuo attivo dell’istituto (comprese le somme relative ai diritti non esercitati) verrà riassegnato al Mibact. Il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo definirà per decreto le modalità di sostegno e redistribuzione, anche tenendo conto dell’impatto economico conseguente all’adozione di contenimento dell’epidemia.