Enzo Baldoni era molte cose: creativo, traduttore, volontario della Croce rossa e non di meno un giornalista. Aveva ideato decine di spot entrati nell'immaginario della tv degli anni ottanta e scritto reportage dal Chiapas messicano, dalla Colombia e da Timor Est. Enzo era un uomo di pace.
Nel 2004 parte per l'Iraq per portare aiuti con la Croce rossa e raccontare la guerra dal punto di vista delle persone. Per due volta guida convogli umanitari in città assediate. Poi torna in albergo, scrive e posta foto sul suo blog, Bloghdad. In Italia sono in molti a seguirlo.
Il 21 agosto la sua macchina viene colpita mentre apre una colonna di aiuti della Croce rossa, tutti i mezzi vanno oltre abbandonandolo al suo destino. Il suo interprete Ghareeb viene ucciso ed Enzo rapito.
Le sue ultime ore sono caratterizzate da una lunga serie di omissioni, dall'inerzia di un governo sorpreso nel colpo di coda delle ferie d'agosto e da una campagna stampa denigratoria orchestrata da giornalisti a libro paga dei servizi segreti. Dopo 20 anni una vicenda che presenta ancora molti lati oscuri.