Un’iniziativa per celebrare lo sciopero alla rovescia e il centenario di Danilo Dolci. L'evento, promosso dalla Camera del Lavoro, da Nikon, da Anpi, col patrocinio del comune di Partinico. La giornata di domani vedrà a Partinico, in Sicilia, due appuntamenti.

Alle 16 sarà ricordato il famoso sciopero alla rovescia, che ebbe luogo il 2 febbraio del 1956. Sul posto, l’ex via vecchia di Valguarnera, oggi via Sciopero alla Rovescia, interverranno il segretario della Camera del lavoro Gaetano La Corte, il responsabile dipartimento Archivio e memoria storica Cgil Palermo Dino Paternostro e il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo. Alle 17. 30 al palazzo dei Carmelitani, Sala delle Capriate, si terrà l’iniziativa Danilo è stato qui. Musica e parole per il centenario, con Lucia Cassarà al piano, e i contributi di Rosetta Iacona e Gloria Alfano.

“Quest’anno, in occasione del centenario della nascita ricordiamo una delle grosse manifestazioni che hanno reso popolare Danilo Dolci, il famoso sciopero al quale contribuì la Cgil con tanti contadini e operai edili racconta il segretario della Camera del Lavoro di Partinico La Corte. Danilo Dolci aveva chiamato a raccolta i braccianti per una giornata di sciopero diversa. Allora mancava il lavoro, come adesso, così Dolci e la Cgil avevano portato la gente a manifestare, facendola lavorare gratuitamente alla risistemazione di uno spazio comune, per renderla fruibile alle persone. “L’iniziativa non fu gradita – prosegue il segretario - arrivarono i carabinieri, che arrestarono Dolci, l’allora segretario della Camera del lavoro, Turiddu Termine, Ignazio Speciale, Ciccio Abbate e altri lavoratori”.

“Fu un evento straordinario in cui Danilo Dolci, la Cgil e i lavoratori dimostrarono una grande fantasia nel rivendicare il lavoro con metodi nuovi – aggiungono Mario Ridulfo e Dino Paternostro - Dolci, partendo dalla considerazione che la disoccupazione fosse uno spreco di risorse per lo Stato, lanciò l’idea che le risorse umane disponibili potevano essere utilizzate, riscoprendo la seconda parte più inedita dell’articolo 4: lavorare non è solo un diritto ma è anche un dovere, per il benessere della comunità”.