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Appena pubblicato da Editrice Socialmente, questo libro dal titolo Fra la Via Emilia e la Germania. Intrecci economici e cooperazione sindacale tra Fiom-Cgil e IG Metall, (pp. 176, euro 15) documenta con precisione attraverso gli interventi scritti di molti dei protagonisti, corredati da una breve storia fotografica nelle pagine conclusive, quelle che sono state le attività della cooperazione tra la Fiom-Cgil di Bologna e dell’Emilia-Romagna da un lato, e le strutture presenti nel territorio dell’IG Metall, il sindacato dei metalmeccanici tedeschi. Un esperimento innovativo, compreso in un arco di tempo che va dal 2014 al 2022, al momento unico nel suo genere, e che si propone di espandersi in altri luoghi.
La curatela del volume è affidata a Michele Bulgarelli, appena eletto segretario generale della Cgil di Bologna, e Volker Telljohann, ricercatore senior presso IRES Emilia Romagna. Nello scorrere delle pagine viene offerta al lettore l’opportunità di conoscere la ricchezza di un progetto di cooperazione durato otto anni, mettendo anche in evidenza la validità del progetto stesso, concentrato in particolare sui risultati ottenuti rispetto ai temi della contrattazione, e non solo, dovuti proprio al felice incontro di reciproche esperienze, poste al servizio di nuove sperimentazioni condivise.Nel suo contributo, è lo stesso Bulgarelli a delineare i contorni spazio-temporali del progetto, iniziato ufficialmente il 10 marzo del 2014, data di sottoscrizione del “Protocollo di cooperazione” fra l’IG Metall di Wolsburg e la Fiom Emilia Romagna:
"In questi otto anni sono cambiati i segretari generali delle strutture sindacali in Italia e in Germania, sono stati sottoscritti rinnovi di contratti nazionali in Italia e regionali in Germania, si sono realizzate reciproche contaminazioni nella contrattazione aziendale; la cooperazione si è poi allargata a vario titolo ad altri territori in Germania (Esslingen, Ingolstadt, la Baviera) e, infine, il progetto di cooperazione si è dovuto e si deve confrontare con le trasformazioni e con le emergenze del nostro tempo: dalla sfida della digitalizzazione al diffondersi di populismi di destra e razzismi, dall’emergenza sanitaria a quella climatica".
Il buon esito di questa sperimentazione è dovuta anche, se non soprattutto, alle buone basi di partenza da cui si è partiti, vale a dire i molti punti in comune tra i due soggetti sindacali in questione, in particolare le grandi battaglie contrattuali di settore, a loro volta legate da un senso di appartenenza, e di solidarietà, forse uniche nel loro genere.
Esperto di relazioni industriali comparate, anche a livello transnazionale, Wolker Telljohann ci ricorda come Germania e Italia siano le due prime economie manifatturiere dell’Unione Europea, dunque unite tra loro da stretti rapporti economici, almeno prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Oltre questo, l’importanza del progetto di cooperazione tra i sindacati tedeschi e italiani assume ulteriore valore in quanto proprio Italia e Germania sono i due Paesi che, insieme, raccolgono più di venti milioni di iscritti al rispettivo sindacato; numeri che raccontano quanto possa valere una strategia comune in termini di diritti conquistati nello stesso contesto europeo.
Nel suo complesso, oltre a indicare in che modo questo progetto sia stato sviluppato e realizzato nel corso degli anni, attraverso le testimonianze delle personalità più importanti che vi hanno preso parte, il libro evidenzia la necessità di una cooperazione sindacale oggi, in questo nuovo secolo che ormai ha più di vent’anni, in un mondo organizzato su scala globale in ogni suo comparto economico, in un’epoca nella quale la frammentazione del lavoro, e di conseguenza dei diritti dei lavoratori, richiede una particolare attenzione per salvaguardare gli interessi degli stessi.
In questo passaggio, è proprio Wolker Telljohann a definire bene il quadro entro cui si opera, e i possibili orizzonti:
"Il progetto è stato fin dall’inizio espressione della convinzione che in un mondo del lavoro globalizzato la solidarietà internazionale sia uno dei pilastri portanti dei sindacati e che solo lavoratori e sindacati che si coordinano a livello internazionale siano in grado di opporsi con successo alle strategie delle multinazionali mirate a mettere in competizione tra di loro i lavoratori di diversi stabilimenti, giocando al ribasso in materia di salari e diritti in nome della competizione con i Paesi a più basso costo del lavoro".
Ieri come oggi è l’unione a fare la forza. Anche per il domani.