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Proteste in Abruzzo per la chiusura, da parte della Regione, di biblioteche e pinacoteche regionali perché non ci sono fondi per sanificare i locali. Essi sono stati riaperti al pubblico il 7 giugno scorso, dopo i mesi di lockdown, e chiusi il 13 luglio. A prendere posizione la Cgil regionale, in una nota a firma della rappresentante della Funzione pubblica, Paola Puglielli, e del segretario generale Carmine Ranieri, che si soffermano sull'assenza di programmazione della Regione.
"Il presidente Marsilio, attraverso la sua delegata, come datore di lavoro, - afferma la Cgil in una nota - ha dovuto ribadire l'impossibilità di tenere le biblioteche aperte in quanto non c'è copertura finanziaria per fare la sanificazione ambientale ordinaria e straordinaria". il provvedimento tocca le ex biblioteche provinciali di Pescara, Chieti, L'Aquila e Teramo (passate con il decreto Del Rio alla Regione), quelle di Giulianova, Nereto. Atri, Avezzano, Castel di Sangro, Sulmona, Vasto e Lanciano.
"Quella dell'emergenza Covid 19 poteva essere una scusa credibile un anno e mezzo fa. Non può esserlo oggi, quando con il tema dei servizi all'utenza è necessario fare i conti - denuncia Puglielli - vediamo un certo immobilismo. La Regione non può derubricare la cultura all'ultimo posto delle priorità. La vicenda è emblematica di un problema più grande che passa per la carenza di personale. Notiamo assenza di prospettive. Abbiamo richiesto incontri e confronti ma nulla. Non c'è dialogo con le parti sociali".
"La chiusura di un presidio dello Stato è una perdita per tutti e necessita di una riflessione profonda - stigmatizza Ranieri -. Per questo, non possiamo esimerci dal condannare l'insensibilità dell'amministrazione regionale che, di fronte all'insufficienza della copertura finanziaria, per le necessarie operazioni di sanificazione ambientale, rimane inerte e latente".