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Al Valle in questi giorni si lavora. Le luci illuminano lo spicchio di platea dove, tolte le sedie, è stato allestito uno studio di registrazione: il teatro è tornato a vivere, a porte chiuse, attraverso le voci degli attori, diretti come se calcassero la scena, ma per la realizzazione di uno spettacolo che si potrà ascoltare, online.
Lo storico teatro romano - chiuso al pubblico da anni ormai, in attesa dei lavori di ristrutturazione che lo renderanno nuovamente agibile – riprende l’attività in questa forma inedita, mentre compagnie e tecnici tornano a lavorare, grazie al sostegno del Teatro di Roma: un compenso ridotto, non si può chiamare neanche cassa integrazione, ma certo un sostegno per una ripresa che emoziona e rincuora.
“Abbiamo chiesto di poter fare qualcosa – racconta Manuela Cherubini, regista e autrice impegnata in questi giorni nella registrazione del Trittico di Elisa Casseri, uno degli spettacoli in allestimento– e abbiamo proposto di fare radio, trasformando il Valle in un luogo di produzione, per fare arrivare al pubblico quello che facciamo nelle forme che è possibile utilizzare in questo momento”. La serie di radiodrammi, che presenta solo testi contemporanei, comincerà a uscire alla fine di febbraio.
“È stata un’esperienza importantissima, commovente. Con la radio c’è un legame, ricominciare a diffondere il teatro attraverso i mezzi che abbiamo è importante per il teatro in sé, a prescindere dal momento complesso che stiamo vivendo. Rientrare al lavoro e poterlo fare insieme, nel rispetto rigoroso delle norme sanitarie previste – prosegue Manuela Cherubini - è stato bellissimo, perché era da marzo che non lo facevamo. Ed è stato importante riprendere a farlo proprio al Teatro Valle, uno spazio che aspetta di tornare a vivere, un po’ come noi adesso”.
Si lavora anche al teatro India e all’Argentina. Il primo, dove sono sempre in corso le residenze artistiche avviate prima dell’emergenza sanitaria, ha messo a disposizione sale e dotazione tecnica, oltre al citato sostegno economico, per le prove e il proseguimento del processo creativo di compagnie e spazi indipendenti, non solo romani, mentre Radio India, nata durante il lockdown, è ormai una costola del teatro.
Il Teatro di Roma ha un cartellone digitale e quella che sta sperimentando è una programmazione alternativa allo spettacolo dal vivo, che non potrà mai essere sostituito, tengono a sottolineare, ma almeno aiutato a sopravvivere a questi tempi difficili e traghettato verso la prossima riapertura al pubblico. Si sono attivati subito, dalla fine di marzo, producendo materiali nuovi pensati appositamente e recuperando spettacoli già inseriti nella stagione mancata, lavorando da casa durante il primo lockdown e riprendendo possesso del teatro durante questa seconda chiusura.
Sul palco dell’Argentina si registra Metamorfosi Cabaret, presentato nel palinsesto #TdRonline, ovvero in streaming nelle pagine social e nel canale YouTube del teatro, dove gli spettacoli sono visibili gratuitamente: una serie di puntate nata da alcune suggestioni della Metamorfosi, lo spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti che sarebbe dovuto andare in scena a novembre e che è stato bloccato dalla nuova chiusura. E i numeri premiano l’iniziativa, con decine di migliaia di visualizzazioni.