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Fino al 1998 il suo nome era dimenticato anche nella sua terra, l’Irpinia, e quasi tutte le sue poesie (oltre ai dodici drammi teatrali) erano ancora inedite. Oggi Pasquale Stiso (1923-1968), che negli anni Cinquanta fu dirigente della Cgil e sindaco comunista di Andretta, in Alta Irpinia, e nel decennio successivo consigliere provinciale, fino al giorno in cui si tolse la vita a soli 45 anni, è stato ribattezzato “lo Scotellaro d’Irpinia” e a lui sono intitolati un nuovo Premio letterario e la Biblioteca del Cinema Eliseo di Avellino. E il prossimo 21 agosto gli sarà dedicato ad Andretta uno degli eventi più importanti dello Sponz Fest di Vinicio Capossela, che del sindaco-poeta è un estimatore ante litteram.
L’eco della sua opera (poesie, innanzitutto, ma anche racconti, testi teatrali, inchieste politiche, soggetti per il cinema) è arrivato anche in America, grazie al libro in edizione bilingue edito da Bordighera Press di New York: Pasquale Stiso’s “True Story” and Other Works: A Critical Introduction and Bilingual Edition (La “storia vera” e altre opere di Pasquale Stiso: un’introduzione critica e un’edizione bilingue), a firma di due quotati docenti universitari nordamericani: Laura Ruberto (Università di Berkeley) e Pasquale Verdicchio (Università di Toronto).
Nel ricostruire la figura e l’opera letteraria di Stiso, gli autori si soffermano in particolare sul racconto Questa è una storia vera, o forse no, scritto sessant’anni fa dal poeta-sindaco di Andretta. Quella storia di un’emigrazione in America sognata ma non realizzata (il protagonista, il contadino irpino Michele, viene truffato da un faccendiere e anziché a New York sbarca a Napoli) presenta molte analogie con il racconto di Sciascia Il lungo viaggio, scritto pochi mesi dopo quello di Stiso ma ovviamente molto più conosciuto, ed entrambi ispirati a storie vere dei migranti del Sud.
Il percorso di riscoperta e valorizzazione dell’opera di Stiso, iniziato nel 1998, si è concretizzato in diverse iniziative e in sette volumi, editi da CinemaSud e Mephite, tra i quali la monografia Il poeta ritrovato. Il Sud universale di Pasquale Stiso tra impegno politico e letteratura, con l’introduzione dello scrittore Sandro Abruzzese, e l’antologia La terra che amiamo, con la prefazione di Teresa Stiso.
Il racconto e le poesie di Stiso, scrive Pasquale Verdicchio nel libro edito negli Usa, rivelano “un Sud dove oggi, anche se le categorie e la terminologia saranno cambiate, non sono più i politici e i burocrati a parlare di quel mondo, ma la stessa gente comune che racconta la sua civiltà dandole legittimazione ed autonomia culturale”, e a giudizio della Ruberto offrono importanti spunti di riflessione che aiutano “a sbrogliare la matassa aggrovigliata ancora in evoluzione della diaspora italiana”. E proprio ai migranti è dedicato dagli autori l’esergo del libro.
Il volume di Bordighera Press, corredato da immagini del poeta irpino, del film La donnaccia e del reportage fotografico realizzato nel 1957 dal sociologo Frank Cancian a Lacedonia, sarà presentato ad Andretta (dove la casa natale di Stiso, per un accordo fra la famiglia e il Comune, è diventata un centro di accoglienza per donne e bambini profughi o vittime di violenza) e al cinema Eliseo ad Avellino. Contestualmente, tornerà in libreria il libro Operai neri di sogni. Il lavoro, le lotte, le utopie negli scrittori irpini del ‘900 (Mephite), giunto alla terza edizione, in sinergia con la Cgil di Avellino nell’ambito del progetto ReEsistenti, promosso nell’80° anniversario dell’Armistizio e della nascita della Resistenza antifascista.
* Paolo Speranza, storico