"Si è sempre meridionali di qualcuno” diceva Luciano De Crescenzo nel suo film Così parlo Bellavista, tratto dal romanzo omonimo. Si è sempre il Sud di qualche Nord. Così in Rumori di telaio si scava nel tempo e nella storia, per recuperare quel filo che da una generazione di migranti passa a un’altra e le tiene tutte insieme. Al centro dello spettacolo, scritto da Piero Ianniello, il distretto del tessile a Prato, che diventa la scena su cui si incrociano corsi e ricorsi storici. Non solo uno spettacolo sulla storia del tessile, ma sulla storia in generale. Così gli operai di oggi, per lo più cinesi, vengono apostrofati con le stesse parole rivolte, cinquant’anni fa, ad altri uomini e altre donne con identità diverse, ma con gli stessi abiti lisi. Nello spettacolo gli uni e gli altri si incontrano, in quelle interminabili giornate da più di sedici ore lavorative - ieri come oggi - e quelle case che diventavano e diventano piccole fabbriche di lavoro minorile, di scarsa sicurezza sul lavoro, di fatica quotidiana.
La comunità cinese impiegata oggi a Prato non vive condizioni molto diverse da quelle toccate ai loro predecessori, nel nostro paese come all’estero. Basta leggere le relazioni dei servizi sociali americani degli inizi del Novecento, o le pagine di storia sulla rivoluzione industriale inglese del 1700. Rumori di telaio, scritto da Piero Ianniello, per la regia di Mike Ricci, debutterà il 27 novembre proprio a Prato, al Teatro Magnolfi, alle ore 18.00