La Settimana globale di azione parte con l’appello #EndFossilFuels #FastFairForever per chiedere ai leader mondiali di adempiere ai propri obblighi verso la costruzione di un mondo libero dai combustibili fossili, in modo rapido ed equo. L’azione deve partire dai Paesi del Nord globale, quelli che hanno maggiori responsabilità storiche e pro-capite e maggiori capacità finanziarie, tecnologiche e manifatturiere per affrontare la radicale trasformazione. Questi Paesi devono fare lo sforzo più importante in termini di accelerazione della decarbonizzazione e di sostegno ai popoli del Sud del mondo.

I danni che l'industria dei combustibili fossili sta causando alle nostre comunità e ai nostri ecosistemi sono evidenti, a livello planetario e anche nel nostro Paese. I governi e le istituzioni finanziarie sono corresponsabili dei danni e delle ingiustizie che il cambiamento climatico infligge alle nostre comunità.

Le richieste comuni condivise per la campagna prevedono:

  • lo stop a nuovi investimenti e autorizzazioni per i combustibili fossili e la fornitura di finanziamenti climatici sufficienti a realizzare ovunque questo obiettivo;
  • l'eliminazione graduale, rapida, giusta ed equa delle infrastrutture esistenti, in linea con il limite di temperatura di 1,5°C, e un piano globale, come un trattato per la non proliferazione dei combustibili fossili, per garantire che ogni Paese faccia la sua parte;
  • nuovi impegni per la cooperazione internazionale per aumentare l'erogazione di finanziamenti per il clima e i trasferimenti di tecnologia per garantire l'accesso alle energie rinnovabili, piani di diversificazione economica e processi di giusta transizione, in modo che ogni Paese e comunità possa eliminare gradualmente le fossili;
  • fermare il greenwashing e le false soluzioni alla crisi climatica, come il nucleare, le compensazioni, la Ccs, e così via;
  • l’assunzione di responsabilità da parte delle aziende del carbone, del petrolio e del gas che devono contribuire a pagare i risarcimenti per le perdite e i danni climatici, per le bonifiche e per la giusta transizione a livello locale;
  • lo stop all’ingerenza delle lobby del fossile che non devono più dettare le regole dell'azione per il clima, finanziare i colloqui sul clima e indebolire la risposta globale al cambiamento climatico.

Su questi obiettivi è importante esercitare pressione verso i governi in vista dei prossimi appuntamenti internazionali (Summit del futuro, Global Renewables Summit, Cop29) ma anche sul versante delle scelte di politica energetica e industriale a livello nazionale.

L’Italia ha infatti adottato un Piano integrato per l’energia e il clima che è al momento l’unico strumento programmatorio su questi temi. L’ha fatto senza attivare nessun processo di partecipazione democratica, senza aver avviato nessuna politica di giusta transizione e in netto contrasto con gli obiettivi assunti negli impegni internazionali e sanciti dai target europei del Green Deal e del Fit for 55.