La scienza non mente. Non è faziosa, non parteggia, ma teorizza e cerca prove. E spesso trova conferme. Come nel caso delle ultime misurazioni del sistema Copernicus, un programma della Commissione europea che monitora a 360 gradi tutto quello che succede sul Pianeta, terra, mari, acqua, aria, e così via. Ebbene, Copernicus Climate Change ha rilevato che la temperatura di luglio è stata la più alta mai registrata a livello globale nella storia dell’umanità.  

Record spaventosi

"Record come questi hanno conseguenze spaventose sia per le persone che per il Pianeta, esposto a eventi estremi sempre più frequenti e intensi – ha detto Samantha Burgess, vicedirettrice del servizio di osservazione della Terra -: è urgente ridurre le emissioni globali di gas serra”.

Secondo le stime, luglio 2023 è stato più caldo di 0,72°C rispetto alla media del periodo compreso tra il 1991 e 2020 e di 0,33°C rispetto al precedente mese più caldo, il luglio 2019. Il problema non riguarda solo l’aria. “Per l’intero mese – spiega il bollettino di Copernicus -, la temperatura media globale della superficie marina è stata di 0,51°C superiore alla media registrata tra il 1991 e il 2020”. Nel golfo di Taranto e in alcune aree del Mediterraneo si sono toccati i 30°.

Gerd Altmann da Pixabay 

Ci dobbiamo preoccupare

Ma che cosa significano questi record? “Che ci dobbiamo preoccupare – afferma Gianmaria Sannino, climatologo dell’Enea -. Qui non è il meteo che non riconosciamo più, come potrebbe accadere se ci fossero una o due giornate bollenti, ma un intero mese sull’intero Pianeta che è stato il più caldo di sempre. Vuol dire che sta cambiamento qualcosa a livello più profondo, e cioè il clima. Ma questo a noi climatologi non ci sorprende. Sono anni che lo vediamo, lo raccontiamo e diciamo che bisogna correre ai ripari”.  

1° in più, un’energia immensa

Gli scienziati ci spiegano che una temperatura più alta di 1° sulla Terra significa avere un sistema climatico con molta più energia. Un grado per noi può sembrare una piccola variazione, ma per il Pianeta rappresenta una quantità di energia immensa. “Ogni grado in più è l’equivalente di cinque bombe atomiche (virtuali) fatte esplodere ogni secondo per dieci anni – aggiunge Sannino -. Ecco, questa è la quantità di energia in più che questo grado ha prodotto. È la quantità di energia che abbiamo prodotto con l’immissione di anidride carbonica in atmosfera, dopando l’effetto serra. Potete immaginare le conseguenze?”.

Siamo solo all’inizio

In pratica stiamo modificando il contenuto dell’energia a disposizione del sistema climatico, che comincia a destabilizzare la circolazione dell’atmosfera. “E siamo solo all’inizio – prosegue Sannino - di una storia che potrebbe portarci a un territorio climatico molto differente da quello che abbiamo vissuto negli ultimi trenta anni, diverso da quello che stiamo vivendo adesso”.

Aline Dassel da Pixabay

Tutti gli studi scientifici (a dispetto dei negazionisti e degli scettici più o meno intenzionali) ci dicono che se continuiamo a questi ritmi, se non facciamo niente, non riduciamo le emissioni di gas serra, se non mitighiamo, la temperatura globale del Pianeta si innalzerà oltre i 3°. “E se quello a cui stiamo assistendo adesso è figlio di 1°, figuriamoci che cosa può succedere quando arriveremo a 3° in più – dice il climatologo -. Anche perché il cambiamento climatico non risponde in maniera lineare, ci saranno effetti a catena e a cascata: dalla fusione dei ghiacci delle Alpi, della Groenlandia, dell’Antartide, all’innalzamento del livello dei mari, a una circolazione generale differente degli oceani, i veri regolatori del clima mondiale".

Campanelli di allarme

I campanelli di allarme ci sono e sono tanti, le spie rosse si stanno accendendo da tempo. Il problema, ci dice la scienza, non è il Pianeta, che prima o poi si adatterà a un clima differente, con i suoi tempi e i suoi modi. Chi avrà difficoltà saremo noi. Ci troviamo in un’atmosfera che nessun altro essere vivente discendente dall’uomo ha mai vissuto prima. Saremo in grado anche noi di adattarci?

Marco Merlini

“Chi si occupa di clima non ha dubbi sull’origine antropica del cambiamento climatico e sugli scenari futuri – conclude Gianmaria Sannino dell’Enea -. I dati che vengono monitorati continuano a dare ragione a chi quindici anni fa diceva che stiamo andando verso un Pianeta sempre più caldo e con eventi estremi sempre più frequenti. Noi adulti sappiamo dove stiamo andando. Allora la domanda è questa: possiamo ascoltare la scienza e da bravi genitori mettere in sicurezza i nostri figli, non un’ipotetica generazione futura, ma proprio i nostri figli, chi alla fine del secolo avrà 50, 60, 70 anni. Oppure restare alla finestra e ogni anno prendere atto del cambiamento e non fare nulla. Che tipo di genitori vogliamo essere?”.