"Se tutto il mondo continua a produrre auto, motori, elettrodomestici, con i consumi che si sono conosciuti fino ad oggi, questo mette a rischio l’esistenza stessa del pianeta.Un problema che in questa dimensione non si era mai posto e che ci porta a dover ripensare gli stili di vita e i sistemi di produzione. Questa idea di economia circolare pone anche il problema di una progettazione nuova dei prodotti e dei servizi".
"La domanda è: cosa produco, perché lo produco, con quale sostenibilità e quindi quale ruolo hanno le persone nel lavoro. Dal punto di vista concettuale, credo che sia in corso un’evoluzione del sindacato e delle forze politiche che per tanti anni hanno detto di rappresentare il lavoro.Il punto è se si assume la libertà nel lavoro come obiettivo anche dell’agire politico e del governare, questo vuol dire mettere al centro la persona, ma anche la qualità delle produzioni future. Continuo a pensare che questo cambiamento culturale sia fondamentale per dare un futuro a quelli che verranno dopo di noi".