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274 mobilitazioni in più di 300 città, sparse in 50 Paesi nei quattro continenti. E una marcia negli spazi dell’Expo City di Dubai, dove si tengono i negoziati della Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, a cui partecipa anche la delegazione della Cgil. Il 9 dicembre scatta la giornata di azione globale per la giustizia climatica, organizzata dalla Cop28 Coalition, una rete ampia e inclusiva di associazioni e organizzazioni di tutto il mondo, unite con l’obiettivo di mettere al centro il Sud del Pianeta nel dibattito sulle conseguenze del riscaldamento globale.
Azioni coordinate a livello globale per aumentare le richieste della società civile e “intensificare la lotta per la giustizia climatica e per il cambiamento del sistema, e smascherare i fallimenti e le manovre dei governi e delle imprese per eludere le loro responsabilità e i loro obblighi, e costringerli ad avanzare verso soluzioni e azioni reali per le molteplici crisi che dobbiamo affrontare” si legge nel manifesto della coalizione.
“I negoziati sul clima di Dubai non stanno andando per niente bene – spiega il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari -. Le questioni più controverse, come il phase out dalle fonti fossili e il programma per la giusta transizione, sono ancora in alto mare. Questa Cop deve prendere decisioni trasformative e radicali che traducono in azioni concrete le indicazioni dell’Ipcc (il gruppo intergovernativo Onu sui cambiamenti climatici, ndr)”.
“Le fonti fossili devono restare sotto terra – prosegue il dirigente sindacale -. E la finanza per il clima deve riparare le ingiustizie nel Sud del mondo, garantendo investimenti pubblici nei servizi, infrastrutture e produzione di energia rinnovabile, tutela dei beni comuni, creazione di occupazione. Serve una giusta transizione equa, a livello globale e nazionale, che superi le disuguaglianze, redistribuisca ricchezza e tuteli diritti umani, delle comunità e del lavoro. Per tutti questi motivi la Cgil ha aderito alla Cop28 Coalition e promuove in tanti territori la giornata globale per la giustizia climatica del 9 dicembre”.
Tra le iniziative messe in campo, quella della Camera del lavoro di Bologna che ha organizzato un volantinaggio in centro per sensibilizzare i cittadini e spiegare le rivendicazioni degli attivisti: eliminazione di tutti i combustibili fossili e una rapida transizione verso sistemi energetici rinnovabili, annullamento del debito insostenibile del Sud del mondo, fine delle politiche di greenwashing.
“I temi della crisi climatica e della giusta transizione sono molto importanti per noi – dichiara Susanna Sandri, Cgil Bologna -, soprattutto quest’anno che ha visto il nostro territorio colpito da gravi crisi industriali e la nostra regione da un’alluvione senza precedenti. È diventato urgente prevenire i disastri ambientali e le ondate di calore estremo, come quelle vissute nel 2023, un problema che tocca da vicino anche la salute e la sicurezza dei lavoratori: le condizioni di vita e di lavoro delle persone stanno diventando sempre più difficili”.
Anche la Cgil Torino si è attivata con un flash mob realizzato insieme ai Fridays for Future e a Legambiente in piazza Castello, per spingere la Cop28 a fare azioni concrete per la giustizia climatica. “Vogliamo soluzioni concrete ora per difendere le generazioni presenti e quelle che verranno – afferma Elena Ferro, Cgil Torino -. Bisogna mettere in moto un processo che porti verso la giusta transizione, raggiungibile attraverso un radicale cambiamento di sistema che assicurerebbe un clima sano, aumenterebbe i posti di lavoro e permetterebbe di avere salari più alti e città più vivibili. Per questo bisogna scendere in piazza”.
Mobilitazione nella capitale con la Cgil Roma e Lazio insieme alla coalizione Liberiamoci dal fossile, davanti alla Galleria d’Arte moderna e contemporanea. "Alla Cop28 di Dubai ancora una volta le decisioni più importanti non saranno prese – denuncia il sindacato in una nota -, non sarà dato spazio e sostegno alle politiche per eliminare l’uso di combustibili fossili e per decarbonizzare l’industria, la mobilità e la produzione di energia. Non si può far finta che la crisi climatica non esista. Non solo sono più frequenti gli eventi climatici estremi ma le alterazioni climatiche, già oggi, stanno impattando negativamente sulla vivibilità di intere aree del pianeta e filiere produttive, le difficoltà registrate dal settore agroalimentare del Lazio ne sono un esempio concreto”.