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Mettere al bando per sempre nei Paesi dell’Unione i Pfas, sostanze chimiche tossico-nocive diffuse in tutto il mondo, con la gradualità necessaria. La richiesta arriva da 122 organizzazioni a livello europeo, associazioni, gruppi e movimenti ambientalisti, e dalla Cgil Vicenza, con un manifesto e adesso anche uno spot video che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere il decisore politico ad agire per fermare la produzione e l’utilizzo di queste molecole.
Lo spot è stato girato in uno dei luoghi simbolo della contaminazione in Italia: lo scarico del collettore fognario Arica, nel fiume Fratta-Gorzone presso Cologna Veneta. Stiamo parlando del più grande inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche d'Europa che ha colpito un territorio a cavallo delle province di Vicenza, Verona e Padova, una popolazione di oltre 300 mila persone, l’acqua di una falda tra le più vaste d’Europa e circa 500 lavoratori della ditta Miteni (ex Rimar) di Trissino (Vicenza), dove i Pfas sono stati lavorati e prodotti dalla fine degli anni Sessanta fino al novembre del 2018, quando l’azienda ha chiuso l’attività.
Adesso bonifica
I lavori di smantellamento degli impianti presenti nel sito Miteni sono stati da poco completati, sono anche iniziati gli interventi per la messa in sicurezza del sito ma nonostante proteste e iniziative non quelli per la bonifica, che è indispensabile per evitare che la falda sottostante continui a essere avvelenata.
I Pfas sono sostanze ottenute dall’unione di atomi di carbonio con atomi di fluoro, a catena più o meno lunga, molecole di sintesi che non esistono in natura e che hanno trovato applicazione in svariati settori.
La Cgil di Vicenza, assieme alla Filctem, dopo la pubblicazione di uno studio dell’Istituto superiore di sanità che ha rilevato la presenza di queste sostanze nella popolazione dell’area avvelenata ha agito per la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione contaminata.
Studi ed evidenze
L’azione sindacale ha permesso di inserire i lavoratori nella sorveglianza sanitaria avviata dalla Regione solo per la popolazione delle “zone rosse” (i comuni più colpiti) e di realizzare due studi sulle maestranze del sito Miteni, finanziati dalla Regione, uno sui valori di Pfas nel sangue delle maestranze e un altro sulla mortalità di ex lavoratrici e lavoratori Rimar/Miteni.
Sono stati questi studi a rivelare che i lavoratori avevano nel sangue valori di Pfas senza eguali nel mondo, e a fare emergere una maggiore mortalità delle ex maestranze per malattie legate al sistema cardio-circolatorio, per patologie epatiche e per malattie oncologiche.
Fin da subito abbiamo poi cercato di allacciare una relazione e di instaurare un rapporto di collaborazione con le associazioni e i movimenti cosiddetti NO Pfas che si stavano mobilitando a difesa della salute e contro la fabbrica dei veleni, partecipando a riunioni e iniziative pubbliche (assemblee, marce, presidi) promosse dai movimenti, convinti che fondamentale sarebbe stato agire tenendo assieme tutela delle maestranze e della popolazione.
Cgil, Filctem e i processi
Nel 2020 si è aperto al tribunale a Vicenza il processo per avvelenamento delle acque e per bancarotta fraudolenta a carico di una quindicina di dirigenti dell’azienda Miteni e delle multinazionali che si sono susseguite nella proprietà dal 2009 in poi (Mitsubishi Corporation e Icig), nel quale la Cgil e la Filctem di Vicenza sono parte civile.
Grazie all’impegno dell’Inca abbiamo avanzato all’Inail 43 denunce per riconoscimento di malattia professionale, di cui tre riguardanti ex lavoratori deceduti. L’Inail ha respinto le tre richieste degli ex lavoratori deceduti, ha accolto 19 richieste di ex lavoratori viventi, riconoscendo loro, prima volta in Italia, un 2 per cento di invalidità per bio-accumulo di Pfas, quindi riconoscendo la nocività/rischio di queste sostanze per la salute.
Nel 2019 abbiamo depositato un esposto alla procura del tribunale di Vicenza nel quale abbiamo denunciato quanto accaduto in Rimar/Miteni a danno delle persone che hanno lavorato nel sito e chiesto che si indaghi sulle responsabilità dei dirigenti che si sono succeduti nel tempo.
L’indagine avviata è stata chiusa nel luglio del 2022 con la richiesta al Gip di archiviazione, con argomentazioni tecniche che noi abbiamo ritenuto sbagliate. Per questa ragione abbiamo avanzato formale opposizione, e siamo in attesa del responso da parte dello stesso.
Il docufilm
Per informare la popolazione e l’opinione pubblica su quanto accaduto e su quanto sta avvenendo e per contribuire alla creazione di una cultura attenta all’ambiente e alla salute delle persone, la Cgil di Vicenza ha finanziato la realizzazione di un documentario, “Pfas lavoro avvelenato”, affidato al giornalista vicentino Gianni Poggi, che stiamo divulgando.
Sul tema degli alimenti, siano essi di origine animale o vegetale, allevati o coltivati nelle zone contaminate dai Pfas, nel novembre 2021 assieme a una decina di associazioni ambientaliste abbiamo inviato al presidente della Regione Veneto Luca Zaia una lettera con richiesta di un’indagine specifica, senza mai ricevere risposta.
Nuove ricerche e ulteriori studi sugli effetti di queste sostanze, oltre a confermare il loro effetto negativo sulla salute come interferenti (cioè distruttori) endocrini, quindi come molecole in grado di influire negativamente ad esempio sulla funzionalità della tiroide, sull’assorbimento degli zuccheri e dei grassi (ipercolesterolemia che è il principale fattore di rischio per le cardiopatie ischemiche, che sono la prima causa di morte tra le malattie cardiovascolari), sulla pressione arteriosa e sulla fertilità maschile e femminile, hanno accertato anche una compromessa risposta anticorpale dell’organismo umano ai vaccini e una maggiore probabilità di insorgenza di malattie cerebrali degenerative.
Per questo bandire i Pfas non è più rimandabile, continueremo a batterci per eliminare questa minaccia per la salute umana, l’acqua potabile e la biodiversità.
Giampaolo Zanni è segretario generale Cgil Vicenza