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Il 2024 è l’anno più caldo di sempre. Ed è anche il primo anno che sforerà il limite di più 1,5°C di aumento delle temperature a livello globale. La conferma arriva dal servizio di monitoraggio climatico della Ue Copernicus.
"Dopo dieci mesi, il dato è ormai praticamente certo – dice Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus –. Questo segna una nuova pietra miliare nei record di temperatura globale e dovrebbe servire da catalizzatore per aumentare le ambizioni per la prossima conferenza Onu sui cambiamenti climatici, Cop29 (in programma a Baku, Azerbaijan, dall’11 novembre, ndr)".
Focus + 1,5°C
A preoccupare è il superamento della soglia di 1,5 gradi di aumento della temperatura globale rispetto ai livelli pre-industriali, l'obiettivo più ambizioso dell'Accordo sul clima di Parigi del 2015, che mirava a limitare il riscaldamento ben al di sotto dei 2° e a proseguire gli sforzi per mantenerlo a livelli inferiori a 1,5°.
Gli scienziati si aspettavano lo sforamento attorno al 2035, recentemente avevano parlato del 2030 e di superamenti per alcuni mesi anche prima. Ma nessuno aveva previsto che per 16 mesi consecutivi la temperatura media globale dell'aria superficiale avrebbe oltrepassato i 1,5°C.
Rischio collettivo
“L’evidenza di Copernicus non può essere ignorata – afferma Simona Fabiani, responsabile politiche per il clima, il territorio, l’ambiente e la giusta transizione Cgil -. Superare la soglia di 1.5°C ci espone a un suicidio collettivo. Non possiamo accettare l’inerzia colpevole dei governi sia sul versante della mitigazione che dell’adattamento e della prevenzione. Vale sul versante internazionale, che fra pochi giorni vedrà l’apertura della 29esima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, in un contesto geopolitico difficilissimo, e a livello nazionale, con un governo che ostacola con ogni mezzo lo sviluppo delle rinnovabili, che taglia le risorse per la transizione ecologica e per l’ambiente e che ha definito un Piano nazionale per l’energia e il clima inadeguato che guarda ancora allo sviluppo di infrastrutture e importazioni di gas e a una pericolosa e non condivisibile neutralità tecnologica”.
I numeri
I dati di Copernicus non lasciano spazio a dubbi. Questo mese di ottobre è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo quello del 2023: la temperatura media dell'aria superficiale (cosiddetta ERA5) è stata di 15,25°C, cioè 0,80°C al di sopra della media 1991-2020. La temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (novembre 2023 - ottobre 2024) è stata di 0,74°C al di sopra della media 1991-2020 e di 1,62°C al di sopra della media pre-industriale 1850-1900.
Le temperature europee sono state superiori alla media in quasi tutto il continente. Notevolmente inferiori alla media quelle nella Groenlandia centrale e in Islanda. E il mare? La temperatura media della superficie per ottobre 2024 è stata il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0,10°C al di sotto di ottobre 2023.
Basta aria fritta
Due settimane fa il Programma dell’Onu per l’ambiente ha pubblicato il nuovo Emissions gap report, lanciando un messaggio di cauto ottimismo: possiamo ancora restare nella soglia dei +1,5°C di aumento, ma solo con un cambio di passo immediato da parte dei Paesi del G20. Abbiamo il potenziale economico e tecnologico per mitigare i cambiamenti climatici, ma l’inazione politica ci sta trascinando verso il baratro, sostengono gli esperti dell’Unep.
“Come titola il rapporto ‘Basta aria (fritta) per favore’, non è più il tempo delle chiacchiere e delle promesse – conclude Fabiani -, tanto meno dei negazionismi o dei rinvii. Se vogliamo salvarci la vita e i posti di lavoro, per una giusta transizione, dobbiamo agire ora”.