Ancora una sentenza positiva per i lavoratori della Telecom Italia arriva dalla Corte di appello di Palermo. Un gruppo di tredici lavoratori, iscritti alla Slc Cgil Palermo, patrocinati e difesi dall’avvocato Pietro Vizzini, ha vinto anche in secondo grado il ricorso contro l’assorbimento dei superminimi individuali operato da Tim.

La Corte d’Appello, nel suo dispositivo, conferma la sentenza emessa in primo grado e condanna la Telecom anche a rifondere le spese legali. “Abbiamo condannato e combattuto fin da subito – dichiara il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio Maggio - questa azione arrogante e prepotente adottata dal management di Tim che, in occasione del rinnovo del contratto di lavoro del 2017, non ha riconosciuto l’aumento salariale conquistato con la contrattazione collettiva, assorbendolo dai premi che la stessa azienda aveva riconosciuto ai lavoratori molti anni fa, diventati parte integrante del salario mensile”.

Un’azione messa in atto in un periodo di forti tensioni sindacali. Negli anni si sono susseguiti piani industriali che la Slc definisce “disastrosi”, accompagnati da “scelte governative folli” che hanno portato allo smembramento in due società: quella che era un tempo la Sip, poi sdoppiata in Telecom e Tim, gruppo che adesso ha venduto la sua rete a un fondo americano. “Visti gli infruttuosi risultati negoziali – spiega Maggio - insieme a un gruppo di nostri iscritti abbiamo quindi intrapreso il percorso giudiziale, che ha visto l’azienda soccombere in primo grado e oggi in appello”.

“La Corte ha confermato la sentenza di primo grado – aggiunge l’avvocato Pietro Vizzini - che, accogliendo le nostre argomentazioni difensive, ha ritenuto illegittima la decisione aziendale di procedere all’assorbimento dei super minimi individuali che i lavoratori percepivano da tanto tempo”.