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Manca un piano di riorganizzazione strutturato. L’ente pubblico risponde con chiusure e licenziamenti. Sta succedendo alla Siae, la società che tutela il diritto di migliaia di autori italiani. ù
Come denunciato da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilpa, Fnc e Ugl Comunicazioni, l’ente sta procedendo alla dismissione della rete territoriale, attraverso chiusure indiscriminate e interruzioni unilaterali dei rapporti di lavoro.
Licenziamenti in alcuni casi avvenuti senza alcun preavviso e con l’intimazione immediata a lasciare il posto di lavoro. Una gestione che ha coinvolto anche lavoratrici in maternità e lavoratori fragili, senza alcuna forma di tutela o considerazione.
“Da mesi chiediamo un confronto serio e trasparente sui piani di riorganizzazione aziendale – scrivono le organizzazioni sindacali – ma senza mai ricevere risposte chiare ed esaustive”. I lavoratori delle filiali di Catanzaro, Sassari e Perugia sono già stati accompagnati alla porta, mentre negli stessi giorni veniva diffuso un video motivazionale rivolto a tutto il personale dal titolo: “I cinque passi per lavorare bene in Siae”.
“Un gesto che, nel contesto attuale, suona come una grave contraddizione tra la narrazione interna e la realtà vissuta dai dipendenti” prosegue la nota sindacale. Per queste ragioni è stato proclamato lo stato di agitazione e l’astensione da ogni prestazione extra-lavorativa, oltre l’orario ordinario, come “primo segnale concreto di dissenso e mobilitazione”.
“La dismissione della rete di ruolo non comporta soltanto pesanti ricadute occupazionali, ma rischia di minare profondamente la capacità operativa dell’ente nella raccolta del diritto d’autore e nel presidio del territorio – conclude la nota - un servizio garantito per decenni con dedizione, competenza e senso di responsabilità dalle lavoratrici e dai lavoratori della Siae”.