A una settimana di distanza dallo sciopero del 23 settembre, le organizzazioni sindacali tornano a chiedere con forza un confronto diretto con la Rai. “Sarebbe quanto mai opportuno che convocasse al più presto le sigle che hanno proclamato lo sciopero” dichiarano in una nota Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fnc Ugl, Snater.

Lo sciopero ha visto un’importante adesione delle lavoratrici e dei lavoratori: tutti i telegiornali e i giornali radio sono andati in onda in forma ridotta, e ci sono stati cambi di palinsesto, perché la maggior parte dei programmi non è andata in onda. Tuttavia, nessuna reazione è arrivata da parte dell’azienda, che continua a tenere la linea del silenzio.

“Se non verremo convocati – proseguono le segreterie delle organizzazioni di categoria - saremo noi a fare il primo passo e chiedere un incontro urgente.

Leggi anche

Culture

“La Rai chiede tutto, noi vogliamo di più”

“La Rai chiede tutto, noi vogliamo di più”
“La Rai chiede tutto, noi vogliamo di più”

Dopo il referendum di luglio, l’ipotesi di accordo bocciata dalle lavoratrici e dai lavoratori non è più sul tavolo, dunque occorrerà ripartire con la contrattazione. Tra i punti salienti, ci sono il miglioramento delle condizioni economiche, la conciliazione vita/lavoro in produzione, le opportunità di crescita professionale.

“Ora che la politica ha nominato i nuovi consiglieri del Cda della Rai li attendiamo, con spirito costruttivo, alla prova dei fatti”. I temi da discutere sono diversi, a partire dalla grande domanda su quale sarà il futuro del Servizio pubblico qualora venisse meno anche in parte, per il 2025, il gettito di 430 milioni di euro a compensazione della riduzione del canone da 90 a 70 euro.

L’altra questione riguarda il futuro di Rai Way, che il sindacato da sempre considera azienda strategica per tutto il gruppo. “Il 23 settembre le lavoratrici e i lavoratori Rai hanno dato un segnale importante con lo sciopero – concludono le organizzazioni sindacali - non solo facendo emergere motivazioni di carattere economico, ma evidenziando a gran voce le scelte errate delle governance aziendali che si sono succedute negli anni”. 

Proprio queste scelte hanno fatto proliferare appalti, consulenze e collaborazioni, a tutto svantaggio delle professionalità interne.