PHOTO
Uno sciopero a oltranza che dura dal 20 marzo, a cui ieri (24 marzo) si è aggiungo un presidio. I lavoratori della Tmi Facility Management si sono visti davanti alla sede di FiberCop a Palermo, per manifestare la loro rabbia.
Gli operai lavorano per l’azienda che si occupa della manutenzione degli impianti di telecomunicazione di FiberCop (ex Tim) e Openfiber e vanno avanti da due mesi senza stipendio. La protesta è stata indetta dalla Slc Cgil e dalla Fistel Cisl, per denunciare anche la perdita di parte della tredicesima, dei buoni pasto, dei premi di risultato, mentre il tfr continua a non essere versato al fondo di previdenza di settore Telemaco.
La Tmi Facility Management opera quasi esclusivamente in Sicilia in subappalto per conto della Medinok. “I lavoratori sono ormai vittime delle gare al massimo ribasso, aggiudicate a prezzi sempre più stracciati – spiega il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio Maggio – E sono vittime di un’azienda che è solita aggiudicarsi le gare con l’offerta più bassa, per poi dopo quattro o cinque anni fallire, e nuovamente e ripartire con altre ragioni sociali”. Maggio si dice sicuro: l’azienda a breve andrà in liquidazione, perché i committenti stanno ritirando le commesse.
I sindacati hanno chiesto un incontro con FiberCop, ma ancora non sono stati ricevuti. “Chiediamo ai committenti di farsi promotori di un intervento per salvaguardare l’occupazione dei lavoratori di Tmi – aggiunge Fabio Maggio - Le commesse le passeranno presto ad altre aziende: che almeno vengano garantiti e assunti i lavoratori attualmente occupati, non protetti dalla clausola sociale. Lanciamo il nostro appello alle istituzioni: chiediamo di porre un argine alle gare al massimo ribasso”.