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“La procedura di licenziamento non ce l’aspettavamo assolutamente”. Gianluca Carrega, Slc Cgil, risponde al telefono appena uscito dall’ultima delle assemblee con le lavoratrici e i lavoratori della Fedrigoni. La cartiera qui nelle Marche ha diversi stabiliment. Tra cui quello storico di Fabriano, dove c’è anche il Museo della Carta, e quello di Rocchetta. Sono proprio questi i due siti interessati dalla notizia che Carrega ha dovuto comunicare a 195 dipendenti: il licenziamento collettivo immediato.
I FATTI
“Di solito passa qualche giorno dall’annuncio – spiega il sindacalista – stavolta la procedura è partita seduta stante”. C’è qualcosa di non chiaro, qualcosa che non si spiegano le organizzazioni sindacali, che ieri (3 ottobre) hanno incontrato l’amministratore delegato. All’ordine del giorno della riunione, insieme al licenziamento, anche la dismissione di tutto il segmento dell’office, ovvero la classica carta per stampa e fotocopie che tutti abbiamo a casa e in ufficio. Ma a Fabriano si producono anche gli album, da disegno, su cui non c’è un italiano che non abbia colorato almeno una volta nella vita.
CARTE DA UFFICIO E DA DISEGNO
“Parliamo un prodotti di nicchia e di un altro, l’office, che ha sicuramente subito un’importante flessione in tutta Europa dalla pandemia in poi, a causa dello smart working che ha ridotto l’uso di fogli per stampa e fotocopie”. Carrega spiega che, però, non si tratta di un mercato in crisi, quanto piuttosto di un mercato dove, a parere dell’azienda, non si guadagna abbastanza.
LICENZIAMENTI INGIUSTIFICATI
La Fedrigoni ha base a Verona ma è molto ramificata, con diverse sedi sul territorio nazionale. “Parliamo di un gruppo che fattura ancora miliardi di euro. Ovviamente il profitto non è più paragonabile a quella di dieci anni fa - ammette il sindacalista - e carte di pregio made in Italy subiscono la competizione del mercato cinese, è difficile mantenere certi livelli di prezzo per via dei costi di produzione, dei costi dell’energia e dello smaltimento”. E tuttavia il trend resta positivo, almeno fino a quando questo mega licenziamento non mostrerà le prime conseguenze, sia sul territorio circostante che sull’indotto.
LA PAURA DEI LAVORATORI
Tanta rabbia e tanta paura da parte di lavoratrici e lavoratori, che hanno appreso la notizia come una doccia gelata. Tanta preoccupazione, sia per le ricadute occupazionali che per quelle economiche sulla città di Fabriano e su tutto il territorio, che ha già vissuto la vicenda della Merloni. Per non parlare del valore storico che la cartiera ha assunto in più di settecento anni di storia.
RICONVERTIRE PER RINASCERE
“Noi siamo ancora convinti che questa soluzione drastica si possa evitare - dice Carrega - e che ci siano margini per rilanciare lo sviluppo industriale del sito, per esempio pensando a una riconversione su altri prodotti sempre della filiera della carta”. Il sindacalista ricorda la profonda crisi strutturale del settore che quindici anni fa fu un vero e proprio tzunami, soprattutto in coincidenza con la crisi dei giornali cartacei e il boom dell’online. Quello presente è un momento di difficoltà, ma non paragonabile al passato, anche grazie agli sviluppi tecnologici legati alla sostenibilità ambientale.
UN NUOVO CONTRATTO COLLETTIVO
“Si pensi alla carta compostabile, che ha sostituito la plastica in moltissimi imballaggi alimentari”. Un settore in flessione, dunque. Ma che può e deve ancora reinventarsi, soprattutto grazie alle possibilità offerte dalla riconversione. “Tanto che – assicura Carrega - ci apprestiamo a rinnovare il contratto collettivo nazionale di lavoro e a breve presenteremo la piattaforma rivendicativa”.