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Se siete andati al cinema nel fine settimana, dovete sapere che vi ha staccato il biglietto, servito i pop corn o indicato il percorso luminoso da seguire per arrivare al vostro posto, era una lavoratrice o un lavoratore che sta subendo uno dei comportamenti più antisindacali degli ultimi anni. Mentre i film da oscar arrivano nelle nostre sale, si sta consumando una triste vicenda che riguarda i lavoratori degli esercizi cinematografici, nella totale indifferenza di chi il cinema lo fa.
I FATTI
Due organizzazioni sindacali, Fistel Cisl e Uilcom, hanno siglato con Anec (Associazione nazionale esercenti cinematografici) un’ipotesi di rinnovo contrattuale che peggiora in maniera irreparabile le condizioni di lavoro nel settore. La Slc Cgil non ha firmato, denunciando da tempo l’interruzione delle trattative, nonché l’adozione di una serie di pratiche poco ortodosse. “Non firmiamo questo rinnovo che precarizza, rende i lavoratori più ricattabili, più poveri e meno tutelati – ha dichiarato Sabina Di Marco, segretaria nazionale - mentre nello stesso tempo gli esercizi cinematografici usufruiscono del 60% di finanziamento pubblico per consentirne il rilancio.”
PERCHÉ SLC NON HA FIRMATO
Per la parte economica erano stati già sottoscritti dei verbali che permettevano di anticipare gli incrementi economici del contratto nazionale, ma mancava ancora un pezzo di accordo, oltre a tutta la parte normativa. Ad affermarlo è Antonio Rossa, coordinatore produzione culturale Slc Cgil Emilia Romagna, che ricostruisce i fatti. Come racconta, la trattativa si interrompe quando la Slc fa notare il netto sbilanciamento a favore della ulteriore precarizzazione nelle sale cinematografiche, dove già vige un’enorme flessibilità.
TROPPA PRECARIETÀ
“Si arriva a delle vere e proprie situazioni abnormi – spiega Rossa- come l’uso spinto del part time già in essere. Ma soprattutto la possibilità di arrivare fino al 50% di lavoro a termine e intermittente, e l’applicazione in senso peggiorativo della legge su quest’ultimo, consentendone l'utilizzo per tutti i lavoratori, anche superando i tetti di età”.
LE FORZATURE DI ANEC
Il sindacato punta il dito contro l’atteggiamento prepotente di Fistel, Uilcom e Anec. “Sappiamo per certo che ci sono stati dei tentativi di presentarlo come l'ipotesi di contratto nazionale conclusa, anche se al momento non abbiamo notizia della sua reale applicazione – racconta Antonio Rossa rispetto a quanto sta avvenendo sul territorio – Denunciamo l'estrema gravità delle forzature di Anec presso i propri associati”.
VIOLATE LE REGOLE DELLA RAPPRESENTANZA
Il riferimento è al fatto che l’associazione datoriale sta facendo riunioni da remoto con i dipendenti delle sale per presentare l’ipotesi di accordo. Un diritto che di norma spetta esclusivamente alle rappresentanze sindacali dei lavoratori. “Ci si domanda peraltro se le convocazioni dei dipendenti di mattina prevedano una retribuzione straordinaria – commenta Rossa -visto che non si tratta di un'assemblea sindacale”.
LA DIFFIDA VERSO ANEC
La Slc ha diffidato Anec e le aziende associate dal procedere. Per quanto riguarda Fistel e Uilcom “vengono meno a una prassi consolidata di buona condotta sindacale – osserva il segretario - oltre che stabilita dal testo unico del 10 gennaio 2024”. Le organizzazioni sindacali, infatti, non hanno convocato assemblee con i lavoratori per sottoporre l’ipotesi di accordo al loro voto.
SLC INCONTRA I LAVORATORI
Chi, invece, sta facendo le assemblee, è proprio la Slc. “Su Bologna abbiamo coperto tutti quanti i cinema, anche quelli monosala – illustra Rossa- i lavoratori si sono espressi con un ordine del giorno chiaro, a favore di una corretta e normale ripresa delle trattative”.
“PRONTI ALLA MOBILITAZIONE”
In una lettera indirizzata ad Anec, e per conoscenza a Fistel Cisl e Uilcom, la Slc ha fatto sapere che se persisteranno, il sindacato ha intenzione di dare “seguito a tutte le azioni necessarie per il rispetto delle regole previste dall’ordinamento e dagli Accordi sulla Rappresentanza”. Ovvero: la mobilitazione.