Lo sciopero del 23 settembre in Rai ha avuto i suoi frutti e l’azienda ha annunciato la riapertura delle trattative per il rinnovo del contratto. Tra le ragioni della mobilitazione c’era, infatti, la bocciatura della nuova ipotesi di accordo da parte di lavoratrici lavoratori. Buone notizie dunque, anche se non buonissime, perché nonostante gli spiragli di apertura, le premesse del negoziato rimangono, a giudizio delle organizzazioni sindacali, ancora lontane dalle aspettative.

Viene, infatti, confermata la cifra dei 51 milioni di euro stanziati per l’accordo di luglio, escludendo categoricamente risorse aggiuntive per migliorare la proposta economica. resta, dunque, fermo il punto principale da cui si era innescata la protesta, dal momento che lo  stanziamento era STATO RITENUTO INSUFFICIENTE.

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Ci sono, tuttavia, degli aspetti che l’azienda si è dichiarata disponibile a rimettere in discussione: ritoccare l’entità economica dell’una tantum, e ridurre da tre a due le tranche di aumento contrattuale; reinserire in pianta stabile lo smart working delle aree amministrative ed editoriale; aprire a un confronto anche per lavoratori di produzione che svolgono mansioni compatibili con il lavoro agile.

Restano però dei nodi irrisolti, almeno rispetto alle problematiche evidenziate dalle organizzazioni sindacali. In primis, il destino di Raiway e soprattutto la clausola di salvaguardia per i dipendenti in caso di vendita. L’azienda ha rigettato a priori ogni ulteriore richiesta, così come quella alla voce “aumenti”.

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Sul tavolo anche la questione, tutta politica, dei 430 milioni stanziati dal governo nel 2024 per tamponare il taglio di 20 euro del canone, che non si sa ancora se verranno stanziati anche nel 2025. “Nonostante i tentativi aziendali (comprensibili) e di qualche altro soggetto (questi meno comprensibili), di sminuire il risultato dello sciopero sulla base dei dati resi pubblici dall’azienda – scrive la Slc Cgil - questo è stato un evidente successo di adesioni e di effetti sulla programmazione”.

Comunque la si pensi, però, la riuscita dello sciopero ha cambiato il paradigma del confronto. Nel frattempo, è stata convocata per il 22 ottobre la delegazione contrattuale unitaria: “Vedremo dove porterà la ripresa del confronto, anche se le attuali aperture aziendali sono ancora insufficienti”