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“Riteniamo lesivo di un lavoro corale faticosamente raggiunto, e falso nel merito, ogni tentativo di intestarsi vittorie o esprimere protagonismi che minano profondamente la coesione di un’intera categoria”. Lo affermano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil a seguito delle recenti dichiarazioni apparse su alcuni organi di stampa circa la firma del primo contratto collettivo nazionale di attrici e attori del Cineaudiovisivo.
Il riferimento, implicito, è a un’intervista rilasciata al Corriere della Sera lo scorso 3 gennaio da Vittoria Puccini, in qualità di presidente dell’associazione Unita. Nell’intervista l’attrice rivendica la conquista del contratto e ne ascrive gran parte del merito all’associazione da lei stessa fondata. Da qui la reazione dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che per mesi hanno lavorato a questo negoziato storico per il mondo dello spettacolo.
Contro “il malcelato bisogno di apparire a tutti i costi”, i sindacati rivendicano di aver raggiunto un risultato appunto “storico” grazie al superamento di “personalismi, anche associativi” responsabili - per Slc, Fistel e Uilcom - del lungo stallo nei negoziati e di una “sostanziale incultura politica e di rappresentanza” che ha connotato il settore nel passato più recente.
A fronte della mancata verifica delle “più elementari regole con le quali si sottoscrivono i contratti”, la nota unitaria chiarisce invece che “al tavolo negoziale non era presente alcuna associazione”, ma una delegazione trattante “rigorosamente formata da iscritte ed iscritti alle organizzazioni firmatarie del contratto”. In più, lo scioglimento della riserva sull’ipotesi di accordo siglata lo scorso 20 dicembre è stata possibile a fronte del 99% di voti favorevoli (761 sì, 2 astenuti e 2 contrari) espressi dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore nelle consultazioni “condotte capillarmente dal sindacato nelle sue diramazioni territoriali”: una prassi democratica “a cui nessuna associazione può compararsi”.