Diritti in campo è lo slogan della campagna di comunicazione di Inca, Flai e Cgil rivolta ai lavoratori agricoli, per informarli su come richiedere quest’anno l’indennità di disoccupazione. La diffusione sarà assicurata su tutti i social, a partire da Facebook e Instagram, fino alla scadenza dei termini di presentazione delle domande che è fissata per il 31 marzo 2024.
Le regole
Per averne diritto, come sottolinea Giuseppe Colletti dell'Inca nazionale nel podcast che potete ascoltare qui sopra, sono necessarie 102 giornate di lavoro nel 2023 nel biennio (anche di lavoro non agricolo). L’invito, pertanto, è di rivolgersi alle sedi sindacali territoriali di Flai, Cgil e dell’Inca, dove operatrici e operatori esperti potranno verificare la sussistenza dei requisiti e assistere ogni lavoratore e ogni lavoratrice nell’inoltro corretto delle domande.
Per l'apertura della pratica è necessario presentarsi allo sportello dei servizi con carta d’identità e codice fiscale; contratto di lavoro; buste paga; Iban postale o bancario. Per i lavoratori stranieri è importante anche il permesso di soggiorno e il passaporto. In più se si chiedono anche gli assegni familiari, i codici fiscali di ogni familiare e la dichiarazione dei redditi 2021/2022.
Silvia Guaraldi, Flai: "Momento di incontro fondamentale nel rapporto con i lavoratori"
La campagna per la disoccupazione agricola, quest'anno ribattezzata Diritti in campo, è una tappa fondamentale nel percorso della categoria. "Questo è il momento in cui rinnoviamo le tessere ai lavoratori stagionali agricoli e ai braccianti: è l'occasione in cui li incontriamo", ci spiega Silvia Guaraldi, segretaria nazionale della Flai Cgil.
"Una tappa strategica politicamente, in un contesto di settore caratterizzato dalla frammentazione delle aziende. Uno dei motivi per cui la categoria è in prima linea sulla campagna. Ci permette di offrire una tutela a 360 gradi perché, più che un'indennità di disoccupazione, questa misura rappresenta un sostegno al reddito, e l'incontro con i lavoratori ci permette di capire se, caso per caso, esiste il diritto ad altre prestazioni, tipo infortunio o malattia. Nel corso della campagna abbiamo la possibilità di comunicarglielo".
"Più in generale - spiega Silvia Guaraldi - questo diventa il momento in cui possiamo capire, mappare e valutare il livello di regolarità o irregolarità del settore. Capiamo se c’è un problema di mancanza di giornate segnate o di sfruttamento. Grazie a queste attività riusciamo sempre più a costruire delle reti di sostegno e di aiuto, fondamentali proprio per la caratteristica frammentazione delle aziende, rinsaldando il rapporto con gli assistiti".