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Gravissimo episodio alle Acciaierie Venete, nel padovano, dove, nel pomeriggio di venerdì 27 ottobre alle 13, nel reparto delle lavorazioni a caldo, è avvenuta un’esplosione durante la lavorazione dell’acciaio. La postazione occupa una squadra di operai specializzati, che è una delle più a rischio dell’intero impianto, proprio per la particolarità delle operazioni di fusione.
Quattro lavoratori sono stati investiti dallo scoppio che è stato sentito in tutto il circondario.
Subito sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, le ambulanze con il personale medico, la polizia, i carabinieri, i PM Luisa Rossi e Marco Brusegan e i tecnici dello Spisal.
I lavoratori feriti sono stati prontamente assistiti e ricoverati in ospedale a seguito dell’esplosione. Uno è stato dimesso in serata, due sono stati inizialmente trattenuti per accertamenti e poi dimessi e uno di loro ha riportato diverse ustioni e fratture ed è in sedazione controllata.
Fiom e Fim: “Solo la casualità ha fatto sì che non ci fosse un altro morto da piangere”
“Come sindacati esprimiamo massima vicinanza ai lavoratori coinvolti e alle loro famiglie, possiamo solo immaginare la loro apprensione in queste ore. Bisogna intervenire per invertire la rotta ed eliminare la possibilità che situazioni a rischio come quella di venerdì possano verificarsi, fra le altre cose il capannone in cui è avvenuta l’esplosione è lo stesso coinvolto nella tragedia del 2018”.
“A 5 anni di distanza vogliamo sottolineare che non si è ancora concluso il procedimento penale che coinvolge la dirigenza di Acciaierie Venete per la morte di Marian Bratu e Sergiu Todita e che, alla luce di questa nuovo evento, crediamo sia necessario un ulteriore approfondimento delle condizioni di sicurezza del capannone e dei reparti di lavorazione a caldo”.
“Attendiamo l’esito degli accertamenti dello Spisal e delle forze dell’ordine, ma non possiamo non dire che solo la casualità ha fatto sì che non ci fosse un altro morto da piangere. Nelle prossime ore stabiliremo con le RSU eventuali azioni da intraprendere per la sicurezza dell’impianto e, soprattutto, per la salvaguardia dei lavoratori.” Così Michele Iandiorio, segretario generale della Fiom Cgil di Padova, e Luca Gazzabin, segretario generale della Fim Cisl Padova Rovigo.
(Michele Iandiorio, segretario generale Fiom Padova. Video a cura di Sara Quartarella)
Aldo Marturano, Cgil Padova: “Chiediamo un tavolo per poter discutere della salute e sicurezza nell'intero territorio”
“La notizia del grave incidente successo alle Acciaierie Venete in riviera Francia a Padova, con il coinvolgimento e ferimento di quattro lavoratori sorpresi dalla deflagrazione mentre stavano svolgendo le proprie mansioni all’interno dei reparti, non può che destare forte preoccupazione e sollevare inquietanti interrogativi sullo stato di sicurezza all’interno di una delle più importanti realtà industriali del nostro territorio”, ha detto Aldo Marturano, segretario generale Cgil Padova”.
“Saranno le forze preposte, magistratura, polizia giudiziaria e Spisal, a stabilire dinamica ed eventuali responsabilità di quanto è successo, ma come Cgil di Padova non possiamo non ricordare che questa fonderia, già 5 anni fa, è stata teatro di un terribile incidente costato la vita a due lavoratori. Un incidente il cui iter giudiziario non è ancora giunto a conclusione e per cui le famiglie delle vittime aspettano ancora di ottenere giustizia”.
“Non è accettabile che dopo quanto già successo, nella stessa azienda si possano verificare nuovamente incidenti simili e non ci sia la garanzia di completa e totale sicurezza in ogni suo reparto. Chiediamo che questo venga fatto al più presto e venga convocato un tavolo per poter discutere ad ampio raggio della salute e sicurezza nei posti di lavoro nell'intero territorio padovano. Sono anni che aspettiamo l'incremento del numero degli Ispettori Spisal da parte della Regione Veneto e che venga data piena realizzazione al protocollo sulla sicurezza siglato dalla stessa proprio dopo l’incidente di 5 anni fa. Ma purtroppo è sempre più evidente che siano solo i sindacati ad avere a cuore la tematica visto che governo nazionale e regionale, nonostante il numero delle vittime e degli infortuni sul lavoro non accenni a diminuire, non sembrino voler fare niente di concreto per fermare questa autentica strage quotidiana”.