Il fondo pensione Fon.Te. consolida la sua attività sul fronte della previdenza complementare, considerato che quella obbligatoria di base non è più sufficiente a garantire un’adeguata copertura pensionistica alle future generazioni. Con un patrimonio in gestione di 5 miliardi, oltre 39.000 aziende associate e quasi 255.000 iscritti, con un aumento medio annuo delle adesioni del 4%, il fondo dei lavoratori del terziario ha deliberato investimenti per 380 milioni nei private markets, tra fondi di private equity, fondi di private debt, fondi infrastrutturali e di venture capital. È quanto emerge dalla 'Prima relazione annuale 2022' Fonte, illustrata nei giorni scorsi al Senato.
Nato nel 1996 come fondo di previdenza complementare del terziario, Fon.Te. ha natura negoziale tra le organizzazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori ed è costituito come ente no profit. Dal 1° aprile 2022 si è aperto ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi.
Le attività del fondo
Quotidianamente, Fon.Te. gestisce in media 400 Pec e dall’analisi dei 'contatti voce' dei mesi di agosto, settembre e ottobre 2022 è emerso che riceve in media 30.000 richieste di assistenza telefonica ogni trimestre. Per quanto concerne le prestazioni, il fondo mensilmente eroga, di media, circa duemila prestazioni (fra anticipazioni, riscatti in forma capitale o in forma di rendita, rate di Rita – rendita integrativa temporanea anticipata –, trasferimenti, switch tra comparti) per un importo medio (al netto della fiscalità) pari a 24 milioni.
Patrimonio e rendimenti
Negli ultimi cinque anni, il patrimonio del fondo è cresciuto costantemente, grazie a flussi contributivi sempre maggiori e ad alti rendimenti finanziari, ottenuti all’interno di ciascun comparto d’investimento.
Investimenti futuri e criticità
Il Consiglio d'amministrazione di Fon.Te. ha deliberato investimenti per 380 milioni nei private markets, risorse che saranno suddivise tra fondi di private equity, fondi di private debt, fondi infrastrutturali e di venture capital. Le linee d'investimento sono orientate al sostegno, allo sviluppo e alla crescita in ambiti di mission related o Impact investing Italia, sociale e R&d e dovranno essere compliant rispetto ai criteri Esg. La collocazione geografica avrà come target prevalente l’Italia.
Come investimento di missione, peraltro, Fon.Te. ha già sottoscritto 20 milioni in quote dei fondi di private equity e private debt istituiti e gestiti dal Fondo italiano d’investimento, la Sgr di Cassa depositi e prestiti. Infine, come si evince dalla Relazione annuale 2022, fra le criticità attuali, vi sono la tassazione sulle rendite finanziarie, ancora oggi troppo alta, perché è un risparmio previdenziale necessario che non può essere equiparato a quello tradizionale e il modello Eet di tassazione della previdenza complementare (esenzione, esenzione e tassazione), che deve essere oggetto di valutazione.
Maurizio Grifoni, presidente di Fonte: “La presentazione della prima Relazione annuale del fondo costituisce per noi un evento importante e nuovo. Ha permesso, fra l’altro, l’avvio di un’interlocuzione costruttiva con le istituzioni e ha fatto emergere l’importante ruolo del fondo nell’ambito della previdenza complementare, fornendo così utili spunti di riflessione”.
Secondo Claudio Durigon, Sottosegretario al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, “la riforma pensionistica dovrà essere concertata e non più attuata dalla notte al giorno, come in passato. Quota 41 serve a dare un respiro sempre più importante per il futuro del sistema pensionistico. Uno dei punti salienti sarà quello di lasciare gli imprenditori liberi di poter lavorare. Occorre valorizzare il secondo pilastro, che avrà una valenza determinante da qui al 2050. In tal senso, abbiamo pensato a un emendamento che può dare libertà anche ai regolamenti interni per gli investimenti. Uno dei temi centrali è quello di snellire la pubblica amministrazione al fine di sbloccare risorse fondamentali per l’economia del Paese”.
Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati: “Questi anni difficili hanno incrinato le certezze e l’equilibrio economico delle famiglie. In tale contesto, il secondo pilastro può svolgere un ruolo importantissimo. I fondi di previdenza dovranno affrontare e gestire la tempesta inflazionistica, a sostegno dell’economia reale. Invito il presidente Grifoni e i rappresentanti dei fondi pensione alle successive audizioni, in vista del dibattito sulla delega fiscale, per fornire un contributo utile nella logica di allargare la base imponibile, riducendo le imposte. Pagare tutti per pagare meno. Per fare questo, servono sistemi burocratici più semplici”.
Per Anna Maria Selvaggio, direttore generale di Fon.Te.: “Con la prima Relazione annuale del fondo, abbiamo evidenziato come Fonte e tutti i soggetti della previdenza complementare possano contribuire alla crescita del nostro Paese, attraverso investimenti sostenibili nell’economia reale”.
A giudizio di Donatella Prampolini, Vicepresidente di Confcommercio, con delega al Lavoro e al welfare, “Fonte è un fondo bilaterale che ha fatto grandissimi passi. Nel corso degli anni, abbiamo allargato la platea degli iscritti, aprendola ai lavoratori autonomi, che potenzialmente è enorme. Il mare da conquistare è grande ed è ovvio che dobbiamo agire in modo tale da farci conoscere, spiegando che esiste questo fondo ed è economicamente conveniente”.
Michele Carpinetti, responsabile Bilateralità e welfare Filcams Cgil, ha dichiarato che “la previdenza integrativa svolge una funzione rilevante. Ci aspettiamo un approccio diverso, da parte del decisore pubblico, che dia attenzione ad alcuni limiti che vanno superati. C’è, ad esempio, un problema relativo all’adesione dei giovani e alle agevolazioni fiscali considerato il sostegno dei Fondi al welfare pubblico”.
Paolo Andreani, segretario generale Uiltcs Uil ha affermato che “occorre essere consapevoli che serve coraggio, inteso come responsabilità sociale. I giovani sono il capitale sul quale dobbiamo investire, pertanto serve prudenza. In tal senso, occorre un nuovo contratto sociale per svolgere bene il nostro lavoro nel quotidiano. I divari territoriali e la crisi demografica in atto nel Paese impongono scelte politiche volte ad agevolare e dare risorse al sistema”.
Secondo Pierangelo Raineri, Fisascat – Cisl, “bisogna sviluppare una politica di sostenibilità dei Fondi, che è data anche dal numero degli aderenti. Il problema è spiegare ai giovani che il secondo pilastro previdenziale non è solo un’opzione per rendere più praticabile il futuro, ma è anche un’esigenza imprescindibile. Credo che in questo caso abbiamo fatto un ottimo lavoro in questi anni”.