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Il caso Fedez e le conseguenze su Rai e partiti, la ripresa della crescita europea e gli investimenti del Recovery plan, l’avvicinarsi degli esami di maturità: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (lunedì 3 maggio).
“Il caso Fedez agita i partiti, Rai sotto accusa. Censurato sull’omofobia. L’ad Salini: falso. Letta e Conte con il cantante. Salvini si smarca” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Ciclone Fedez sulla Rai. Al Concertone il cantante denuncia pressioni per fermare il suo discorso contro l’omofobia nella Lega. Arrivano le smentite, ma c’è un audio. I partiti all’assalto di Viale Mazzini, in vista del rinnovo del cda”.
Stesso tema per la Stampa: “Fedez: questa Rai è vergognosa. Il cantante dopo l’intervento al concerto del Primo Maggio. I dirigenti al telefono: c’è un sistema, si adegui. Da Letta a Conte, bufera sui vertici. Salini: nessuna censura. E il Pd adesso accelera sul ddl Zan”. Sulla vicenda apre anche il Giornale: “Sinistra in mala-Fedez. Il rapper sul palco attacca la Lega sul Ddl Zan e accusa una dirigente Rai (veltroniana): ‘Voleva censurarmi’. È il nuovo leader di Pd e 5s. Pro Vita: noi maggioranza silenziata da un bullo”.
Argomenti diversi per gli altri quotidiani. L’apertura del Messaggero è “L’Italia cresce più del previsto. Intervista a Gentiloni, commissario Ue: ‘Forte vento di ripresa, e non sarà solo un rimbalzo. Senza riforme niente soldi dalla Ue’. Bonomi (Confindustria): subito un patto pubblico-privato”. Libero titola “Il marasma giustizia. Il procuratore Nordio analizza l’ultimo scandalo nei tribunali: Basta con i pm che aprono inchieste senza prove né testimoni seri. Ambizioni, liti e politica uccidono la magistratura”.
Il Fatto Quotidiano apre con “007: Renzi attaccava Conte e vedeva la spia all’autogrill. Incontro ‘carbonaro’ il 23 dicembre con Mancini (caso Abu Omar)”. Infine, il Sole 24 Ore: “Guida Maturità. Tesina, curriculum e voti: è iniziata la corsa all’esame. Prove in calendario a partire dal 16 giugno. Maturando già al lavoro sull’elaborato. Commissari scelti dai consigli di classe”.
Le interviste
“Per la ripresa avremo bisogno di nuova occupazione”: questo il titolo della lunga intervista al segretario generale della Cgil Maurizio Landini pubblicata sabato 1° maggio sulla Stampa. “Bisogna cambiare modello di sviluppo e la chiave può essere il Recovery plan. Ma il governo deve ascoltarci, perché non si cambia il Paese senza o contro il mondo del lavoro”, esordisce il leader sindacale, rimarcando che sarà “il lavoro che sconfiggerà il virus, ed è il lavoro delle persone che può costruire un altro modello sociale”.
Landini evidenzia che siamo alle prese “con l'avvio di un piano di investimenti che non ha precedenti nella nostra storia. Questa può essere l'occasione di cambiare, di tornare ad affermare che attraverso il lavoro le persone possono vivere dignitosamente. Questo significa innanzitutto parlare ai giovani e uscire da un eterno presente fatto di precarietà per costruire un futuro, dove sia riconosciuto pienamente il diritto a un lavoro stabile, allo studio, alla sanità, alla parità di genere e dove vi sia il superamento delle divisioni territoriali. Fino a ieri si pensava che il mercato da solo potesse risolvere questi problemi, mentre è sotto agli occhi di tutti che invece c'è da cambiare modello”.
Venendo al Recovery plan, il segretario generale Cgil rimarca che finora il governo ha scarsamente coinvolto i sindacati. “I titoli del piano vanno riempiti di contenuti: dalla riforma fiscale, per una vera lotta all'evasione e una vera riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e i pensionati, alla riforma della pubblica amministrazione, a nuove politiche industriali sino a un piano di rilancio della cultura e del turismo”, spiega Landini: “Abbiamo chiesto e vogliamo poter discutere di quanta occupazione crea ognuno dei progetti. Questo deve essere un vincolo: quanti giovani, quante donne e quanti posti di lavoro nel Mezzogiorno”.
Altra esigenza del segretario Cgil è quella di “discutere quali filiere produttive si costruiscono nel nostro Paese sulla base di questi investimenti”. Un esempio? La mobilità. “Siccome il futuro porta a una mobilità elettrica e che non inquina, c'è il problema di dove si costruiscono le batterie; se si parla di trasporto pubblico locale, abbiamo il problema di treni e autobus vecchi e inquinanti che debbono essere cambiati”, illustra Landini: “Questi si comprano in Cina o con i nuovi investimenti possiamo valorizzare e ampliare nel nostro Paese le competenze che già abbiamo? Lo stesso vale per il settore delle energie rinnovabili, ad esempio eolico offshore e solare”.
Landini mette anche in guardia sulle annunciate “semplificazioni”, rimarcando che se si pensa “di far saltare completamente il codice degli appalti e di pensare alla liberalizzazione del subappalto e a reintrodurre la logica del massimo ribasso per le opere che si debbono realizzare, noi diciamo subito che così non si semplifica nulla, anzi, si danneggia la qualità del lavoro. Non è di questo che abbiamo bisogno, quanto di opere di qualità, di tutele e di sicurezza per chi lavora, di combattere la corruzione e le infiltrazioni mafiose, e per accelerare questi processi abbiamo anche bisogno di fare assunzioni di personale qualificato, nelle Regioni, nei Comuni e nelle stazioni appaltanti. La riforma della pubblica amministrazione passa attraverso l'ingresso di competenze, di profili e di giovani che oggi non ci sono”.
L’ultima questione affrontata nell’intervista è il blocco dei licenziamenti. “Insieme a Cisl e Uil abbiamo chiesto una proroga in modo da utilizzare i mesi estivi per vaccinare, evitando nuove fratture sociali, e perché nel frattempo si può lavorare a una riforma degli ammortizzatori sociali che sia in grado di accompagnare anche eventuali processi di riorganizzazione delle imprese senza che questi determinino licenziamenti”, conclude Maurizio Landini: “Bisogna incentivare l'uso dei contratti di solidarietà, azzerare i contatori della cassa ordinaria e poi c'è bisogno di incentivare i contratti di espansione. Non siamo ancora fuori dalla pandemia, per questo servono protezioni sociali che ci consentano di arrivare all'autunno”.
Gli editoriali
Il consuntivo del 2020 è drammatico: si sono persi 444 mila posti di lavoro, soprattutto contratti a termine dove i giovani sono più presenti. Parte da questa considerazione l’analisi del presidente Inapp (Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche) Sebastiano Fadda, pubblicato sull’inserto Affari e Finanza di Repubblica. L’economista precisa che “utilizzando la nuova definizione di occupazione Eurostat, che non considera occupato chi è assente dal lavoro da più di tre mesi, i posti di lavoro persi sarebbero 880 mila. E ancora: le ore effettivamente lavorate a settimana sono passate da 34,8 a 27,6 in dodici mesi (-7,2 ore a settimana)”.
Il presidente Inapp evidenzia come lo Stato sociale abbia riaffermato la sua funzione e utilità: “La cassa integrazione ha aiutato oltre 7 milioni di lavoratori a far quadrare i conti, il reddito di cittadinanza è stato percepito nei primi due mesi del 2021 da 1,2 milioni di famiglie (pari a 3 milioni di persone) per un contributo medio di 582 euro al mese”. Nello stesso tempo, però, la fine del blocco dei licenziamenti rischia di acuire il disagio sociale: “Per tutte le persone che saranno espulse dai processi produttivi serve, oltre a un sistema universale di protezione del rischio di disoccupazione, un sistema di politiche attive e di servizi per l'impiego efficace, rapido, attento ai più fragili e integrato con le politiche di sviluppo del territorio”.
Quasi un milione di percettori di reddito di cittadinanza “ha stipulato un patto per il lavoro, ma questa utenza è assai vulnerabile: il 72% ha solo la licenza della scuola media inferiore ed è di difficile collocazione. La forza lavoro femminile e giovanile presenta ancora ineludibili problemi da risolvere, mentre per tutti si pone la necessità di innalzamento del capitale cognitivo e di permanente adeguamento delle competenze”. Le parti sociali, conclude Sebastiano Fadda, sono chiamate “a giocare un doppio ruolo: di accompagnamento del lavoratore nelle transizioni (tecnologiche, organizzative, ecologiche, sociali) e di aggiornamento delle tutele per coniugare nel mondo digitale progresso e giustizia sociale”.
“Università e ricerca per la crescita del Paese”: questo il titolo dell’editoriale della ministra dell’Università Maria Cristina Messa pubblicato oggi sul Corriere della Sera. La titolare del dicastero sottolinea come il governo stia “migliorando le politiche di orientamento per aumentare il tasso di transizione dalla scuola all’università, così come le misure per il ‘welfare studentesco’, dagli alloggi alle borse di studio”. E annuncia i prossimi obiettivi: “dobbiamo aumentare, qualificare e innovare i percorsi universitari e di dottorato, alcuni dedicati alla transizione digitale e ambientale; stiamo lavorando per rafforzare la ricerca, diffondendo modelli innovativi, sia per quella fondamentale sia per quella applicata, condotta sempre più in sinergia tra università, conservatori, accademie, enti di ricerca e imprese; dobbiamo fare in modo che sia meno complicato di quanto è oggi creare un ponte tra la conoscenza scientifica generata in infrastrutture di ricerca di alta qualità e il settore economico”.
Per centrare questi obiettivi servono “semplificazioni e riforme. Senza queste ultime, pure se avessimo una disponibilità illimitata di risorse, non riusciremmo a risolvere alcune croniche storture del sistema”. Semplificazioni e riforme serviranno, conclude la ministra, per “aumentare e sostenere la mobilità e dare vita a una sana ‘circolazione di cervelli’ che non sia più né ‘fuga’ né ‘rientro’; per rendere più flessibili meccanismi oggi ingessanti che spesso frenano ogni tentativo di innovazione; per rivedere le classi di laurea in modo che siano sempre più in linea con le esigenze del mondo del lavoro e alcune lauree abilitanti; per rafforzare i percorsi di dottorato”.
La Cgil
L’apertura di Collettiva è il reportage dalle saline di Trapani, alla scoperta del mestiere del “salinaro”, uno tra i più antichi e faticosi al mondo.
Da non perdere è il pacchetto informativo sul Primo Maggio. Il focus si apre con l’intervento del segretario generale Cgil Maurizio Landini alla manifestazione di Terni (dove era presente anche la vicesegretaria generale Cgil Gianna Fracassi) e con l’intervista realizzata da Collettiva sempre al segretario generale, i video delle manifestazioni sindacali davanti all’hub Amazon di Passo Corese (Rieti), dove erano presenti i segretari confederali Cgil Tania Scacchetti e Giuseppe Massafra, e davanti all’ospedale dei Castelli di Fontana di Papa (Roma), dove era presente la segretaria confederale Rossana Dettori.
Trovano spazio anche la sintesi del messaggio del presidente della Repubblica Mattarella, le parole pronunciate dal cantante Fedez al “concertone”, il collage-video degli appelli dei sindacati di vari Paesi del mondo, un approfondimento storico sulla Festa dei lavoratori e le storie di 26 lavoratori degli appalti della Liguria che hanno perso il proprio posto, dei lavoratori del Museo delle Culture di Milano e degli operai della Zilmet di Padova.
Segnaliamo, infine, il video riassuntivo del primo anno di Collettiva, che il Primo Maggio ha appunto celebrato i primi 365 giorni di attività.
L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.