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“Poche nuove presenze sul palco e nessuna discontinuità col passato”. Questo il commento della Slc Cgil di Catania sulla nuova stagione del Teatro Stabile, presentata nei giorni scorsi. Il sindacato si dice “perplesso” sulle dichiarazioni della direttrice artistica Laura Sicignano, che ha parlato di grandi novità. La direzione ha dichiarato, infatti, che sono state effettuate circa duecento audizioni, ma il dato non convince il segretario generale della Slc Gianluca Patanè e il coordinatore degli attori Luigi Tabita: “Sono stati selezionati quasi tutti gli artisti dello scorso anno, e di questo siamo molto felici, ma sono pochissime le nuove presenze sul palco per la nuova stagione”. Il principale appunto da parte del sindacato riguarda il fatto di non aver approfittato della possibilità che il Ministro dei Beni Culturali ha offerto quest’anno ai teatri - per riparare in qualche modo ai disastri causati dal Covid- di poter evitare i criteri di continuità per creare nuovi posti di lavoro. “Tutto ciò non risponde, a nostro avviso, a quella costruzione di una relazione ‘armoniosa e trasparente con gli artisti del territorio’, professata dalla direttrice, visto che dopo tre anni dal suo insediamento la maggior parte degli artisti catanesi attende ancora di essere ricevuta”.
L’unico spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Catania che andrà in tournée è “Baccanti”, per la regia della direttrice Laura Sicignano, che curerà anche l’adattamento e la traduzione. La maggior parte delle coproduzioni e degli spettacoli presenti in cartellone sono frutto di scambi con lo spettacolo della Sicignano. “Ci chiediamo se in un momento così complicato per i lavoratori – proseguono Tabita e Patanè- non fosse stato più eticamente responsabile affidare quella regia o adattamento a qualche artista del territorio, visto che chi dirige il Teatro Stabile, a differenza di gran parte dei lavoratori, ha ricevuto uno stipendio per la direzione dell’ente anche durante il lockdown”. La Slc Cgil ha dichiarato il suo impegno per fare in modo che nel contratto del prossimo direttore dello Stabile, qualora si trattasse di un artista, venga posto un divieto di svolgere regie o di recitare, “onde evitare eventuali conflitti di interessi o scelte che a noi appaiono poco etiche”.