“Esprimiamo soddisfazione per il lavoro fatto in questi giorni per definire delle misure, chiare e precise, di prevenzione e sicurezza legate alla riapertura dei luoghi della cultura e alla gestione dell’emergenza Covid-19”. A farlo sapere, sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Flp e Confsal Unsa, aggiungendo che “avevamo segnalato l’assenza di indicazioni puntuali e di un protocollo univoco per il territorio nazionale, che regolamentasse la riapertura in sicurezza di musei, archivi, biblioteche, parchi e aree archeologiche, vista l’approssimarsi della data individuata dallo stesso ministro Franceschini per la ripresa delle attività ordinarie”.
Le riunioni svolte fra ieri ed oggi continuano i sindacati, “ci hanno permesso di addivenire a un testo condiviso, con cui abbiamo individuato le misure di prevenzione, i dispositivi di protezione per il personale, le modalità di gestione specifiche per l'accesso, le precauzioni igieniche generali, le modalità di distanziamento e accesso con contingentamento e prenotazioni, così da poter aprire i luoghi della cultura garantendo la sicurezza. Ciò, permetterà di aprire con gradualità e progressività archivi, biblioteche, musei, parchi e aree archeologiche, dimostrando a tutti i cittadini e ai visitatori che questi sono luoghi sicuri. I due allegati alla dichiarazione contengono anche la previsione della fornitura dei vari dispositivi di protezione da parte della Protezione civile e l’elenco delle possibili aperture dal 18 maggio, che, lo ribadiamo, devono avvenire comunque in coerenza con quanto previsto dal documento e dalle prescrizioni del comitato tecnico scientifico”.
Si apre ora “una fase di verifica e monitoraggio locale dell’attuazione di quanto previsto nella dichiarazione congiunta, che prevede il coinvolgimento di Rsu, Rls e delle organizzazioni sindacali territoriali. È necessario, infatti, garantire l’applicazione delle misure previste dal documento. Rimane per noi l’impegno, nelle prossime settimane, di aprire il confronto con il ministero per tutti gli altri istituti, in particolare rispetto all’applicazione dello smart working, anche alla luce delle indicazioni governative e alla difficile conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, concludono le diverse sigle.