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Si è svolta venerdì 12 febbraio l’audizione in modalità telematica con la IV Commissione Attività Produttive Regione Lombardia in merito alla situazione del Gruppo Galimberti. Era presente, oltre a Filcams Cgil Lombardia e Monza Brianza e a Cgil Lombardia, anche la struttura tecnica di gestione delle crisi aziendali di Regione Lombardia. La crisi aziendale strutturale è partita nel 2015 e si è via via aggravata nel tempo. La società è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria nel marzo 2020 dalla sezione fallimentare del Tribunale di Milano. Lo stesso Tribunale il 14 gennaio 2020 ne aveva dichiarato lo stato di insolvenza e nei giorni scorsi c’è stata l’aggiudicazione provvisoria di quattro punti vendita siti in Lombardia nei quali opereranno 67 lavoratori. I punti vendita siti a Milano via Solari, Pavia e Seregno passerebbero al gruppo Nova, mentre Limbiate verrà rilevato da Unieuro.
"La lunga crisi di Galimberti - si legge nella nota sindacale - lascia una pesante eredità occupazionale, che ha bisogno di costante attenzione da parte delle istituzioni. Degli oltre 200 lavoratori che facevano capo a Galimberti, oggi solo una minima parte si vede coinvolta nel passaggio ad altre società. Necessario continuare a lavorare per una soluzione che riguardi anche i lavoratori che resteranno in Amministrazione Straordinaria, a maggior ragione in una fase complessa come quella attuale. Sarà per questo fondamentale prorogare la cassa integrazione straordinaria e nel contempo operare per ulteriori cessioni. Abbiamo però forti preoccupazioni anche per le cessioni dei punti vendita oggetto dell’asta. L’intenzione da parte di Nova Spa, di applicare un contratto nazionale pirata anche alle lavoratrici e lavoratori di Galimberti non è accettabile. Un contratto di lavoro firmato da sigle sindacali non rappresentative, che non tutela lavoratrici e lavoratori perché contiene delle previsioni peggiorative rispetto ai contratti collettivi firmati da Cgil, Cisl e Uil e li costringe a scegliere tra lavoro e diritti. L’applicazione di questi contratti inoltre alimenta una concorrenza sleale verso le imprese che applicano i contratti sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, oltre a generare trattamenti economici e normativi differenti tra lavoratori operanti nello stesso settore, a volte addirittura all'interno dello stesso posto di lavoro".
"Ci aspettiamo - conclude la nota - che il ministero dello Sviluppo Economico e gli organi della Amministrazione Straordinaria sappiano operare per trovare una soluzione in grado di scongiurare questo scenario. Regione Lombardia ha dichiarato che continuerà a seguire l’evoluzione della vertenza, sia nei lavori della IV Commissione che in sede tecnica".