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In Emilia Romagna l'azienda multiutility Iren sostituisce con il suo personale i lavoratori in sciopero contro il nuovo contratto della società appaltante. È la denuncia che arriva dai sindacati regionali, che giudicano "non più rinviabile la sottoscrizione di un protocollo appalti". A raccontare la vicenda sono Cgil Emilia-Romagna e le categorie Filcams, Filctem e Fp: "È molto grave quanto successo lo scorso 18 giugno, in occasione dello sciopero per l’intera giornata indetto da Filcams nei territori di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena. Una mobilitazione frutto del mancato riconoscimento del contratto nazionale da parte della società vincitrice della gara d’appalto di Iren per la gestione degli sportelli, che andrà a peggiorare da agosto le condizioni contrattuali e normative del personale impiegato dal 2009 su questo servizio. Le normative e le retribuzioni applicate alle lavoratrici e ai lavoratori in appalto sono infatti sensibilmente inferiori a quelle applicate al personale Iren".
Per tutta risposta, la multiutility ha deciso durante la giornata di sciopero di sostituire con il proprio personale i lavoratori in sciopero. "Una condotta inaccettabile che mette in discussione la genuinità dell’appalto stesso - scrivono le sigle - e che rende non più rinviabile la sottoscrizione con Iren di un protocollo appalti, proprio come già avvenuto con tutte le altre multiutily regionali. C’è da dire che da tempo le organizzazioni sindacali dell’energia e dell’ambiente stanno cercando di sottoscrivere un protocollo con Iren, ma la direzione aziendale si è sempre opposta (in particolare riguardo alla definizione dei contratti nazionali applicabili)".
Gli appalti di servizi rappresentano infatti in Iren una realtà che coinvolge migliaia di lavoratrici e lavoratori: gli sportelli sono completamente gestiti dal personale esterno. La raccolta dei rifiuti è esternalizzata per oltre il 70%; l’installazione, apertura e chiusura dei contatori con la rilevazione dei consumi degli utenti è da tempo affidata a società esterne. "Così facendo - affermano i sindacati -, da un lato Iren inserisce negli accordi quadro di servizi clausole di totale deresponsabilizzazione rispetto al personale delle aziende appaltatrici, dall’altra agisce come un vero e proprio datore di lavoro diretto. E così - dunque - i frequenti cambi di appalto altro non sono che l’occasione per un’ulteriore compressione dei costi che avvantaggia la multiutility e penalizza sempre più le lavoratrici e i lavoratori occupati negli appalti di servizi".
Le sigle quindi si chiedono: "Cosa rimane in capo a Iren oltre gli utili? E gli utili arrivano grazie alla mancata applicazione del contratto nazionale di settore? È quindi necessario non procrastinare ulteriormente questa situazione e ripristinare lo stato di diritto con la corretta applicazione contrattuale, procedendo velocemente alla sottoscrizione di un protocollo appalti che impegni il gruppo Iren all’applicazione di pratiche corrette". I sindacati assicurano che "metteranno in campo ogni iniziativa sia sindacale che legale al fine di ripristinare una corretta situazione di diritto".