“La scelta di ThyssenKrupp di considerare non più strategica la produzione dell'acciaio mette in discussione non solo le prospettive di Acciai speciali Terni, ma si configura come una decisione in netta discontinuità con la storia della multinazionale. Siamo, infatti, di fronte a una scelta che smonta l'idea stessa di grande gruppo siderurgico, e che avviene dopo la mancata fusione con Tata Steel nel 2017 e dopo la vendita della divisione Elevator per 17 miliardi nel 2019. La motivazione di ThyssenKrupp, secondo cui Ast rappresenta un sito di cui non si vedono prospettive future sostenibili, non può che destare preoccupazione e incertezza fra i lavoratori di Terni". Lo dichiara Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile siderurgia.
"A un andamento finanziario nell'anno fiscale che fa registrare una perdita di circa 2 miliardi, dopo due anni di utili, si sovrappongono le ricadute dell'emergenza legata alla pandemia da Covid-19: la linea di colata continua è ferma da quindici giorni, l'organizzazione della produzione nel tubificio passa da 15 a 10 turni e l'amministratore delegato afferma che non ci saranno le condizioni per confermare i contratti di lavoro degli interinali, attualmente impiegati nel sito di Terni", prosegue il dirigente sindacale.
"È evidente tutta la criticità della fase in cui Ast viene collocata sul mercato alla ricerca di un compratore o di una possibile joint venture. Ora, si è in attesa delle manifestazioni formali di interesse. Per noi, non ci sono pregiudiziali, la differenza la farà il piano industriale, la solidità produttiva e commerciale, gli impegni e i vincoli sul versante occupazionale e della sostenibilità ambientale e la capacità di stare su un mercato sempre più globale. In tal senso, per noi, non è praticabile un'ipotesi qualsiasi, che invece di puntare sull'integrità del sito e su una valorizzazione strategica delle sue produzioni, ricerchi una modalità di cessione separata degli asset, configurando una sorta di spezzatino", continua il sindacalista.
"Occorre garantire che il governo tenga saldamente in mano un percorso nel quale la vicenda della cessione di Ast, pur rispondendo alle regole e ai tempi di una trattativa fra privati con le regole e i tempi assegnati, consenta di valutarne tutte le ricadute industriali e occupazionali. In questo senso, la sottosegretaria Morani, a conclusione dell'incontro di oggi convocato dal Mise, riaffermando i caratteri strategici e gli obiettivi di salvaguardia del sito di Terni, ha assunto l'impegno di convocare un tavolo di settore, che possa contribuire alla definizione di un piano nazionale per la siderurgia, in una stretta relazione con i principali produttori e le parti sociali”, conclude l'esponente Fiom.