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Le divisioni dell’Europa sulla liberalizzazione dei brevetti, la vaccinazione degli over 50, gli spari della Marina libica su tre pescherecci italiani, il via libera del Senato al dl sostegni: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (venerdì 7 maggio).
“Vaccini, l’ora degli over 50. Da lunedì al via la nuova fascia d’età. Sale il tasso di positività, in calo le terapie intensive. Dopo Biden, anche l’Europa valuta lo stop ai brevetti. Ma c’è la frenata di Merkel” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Merkel divide l’Ue. Sulla liberalizzazione dei brevetti Draghi e Macron sono con Biden. Netto dissenso della Cancelliera. Da oggi i leader ne discuteranno al vertice di Porto. L’ira di Big Pharma: persi in un giorno venti miliardi. Il 40 per cento degli over 60 non ha ancora avuto la prima dose”.
Tema analogo per la Stampa: “Europa spaccata sui brevetti. Speranza: fiale made in Italy. Merkel e Big Pharma frenano. Kiriakides: ‘Nessuno blocchi l’export’. Da metà maggio immunizzazione per tutti gli over 50. Scontro sulla proposta Biden”. E anche per il Messaggero: “Vaccini bene comune: Ue divisa. Draghi e la Francia si schierano con Biden sulla liberalizzazione dei brevetti. No della Merkel. Lazio e Puglia non allungano i tempi dei richiami. Contagi, Rt su: crescono i positivi giovanissimi”.
Apertura differente per il Giornale: “Guerra nel Mediterraneo, ci sparano addosso. La Marina libica apre il fuoco su tre pescherecci italiani che avevano sconfinato e ferisce il capitano. Bufera su Di Maio: ci vuole il morto?”. Libero, invece, si occupa di giustizia: “Gli italiani non si fidano dei magistrati. Giustizia: l’88% non ne può più. Il sondaggio: per i cittadini ormai le toghe non sono più credibili. Il 77% chiede una riforma. I giudici fingono di non vedere e Mattarella tace. La Lega raccoglie firme per un referendum. Davigo attacca gli ex colleghi: dovevano indagare sulle accuse al Csm”.
“Il muro di Berlino-Pechino”, titola il Manifesto: “La proposta di Biden sulla moratoria sui brevetti dei vaccini fa proseliti. Il via libera dei vertici del Wto e dell’Oms. D’accordo anche India e Sudafrica. Ma incontra anche ostacoli. Il No della Cina. L’Europa divisa. Von der Leyen: ‘Discutiamone’. Merkel si oppone. Draghi attende”. Il Fatto Quotidiano apre con “Biden mette nei guai l’Ue (e Draghi). L’Europa balbetta, decide il Wto. I colossi minacciano altri tagli. Il premier fa il vago. Speranza e Di Maio: ora passiamo ai fatti”. Infine, il Sole 24 Ore: “Bonus 4.0, salta la cessione dei crediti. Ora anche il superbonus è a rischio. Dl Sostegni: stop della Ragioneria, rischio di effetti significativi sulla finanza pubblica. In serata il sì del Senato. Il testo passa alla Camera: va convertito entro il 21”.
Le interviste
“Se a Taranto chiude l'ex Ilva resteranno veleni e problemi”: questo il titolo dell’intervista alla segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David pubblicata oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno. “Anche chiudendo la fabbrica - spiega Re David - non migliora la questione ambientale perché c'è un inquinamento strutturale prodotto da decenni su cui occorrono investimenti importanti (…) Noi pensiamo che i temi della salute, dell'ambiente e della produzione debbano andare di pari passo. Chiaramente sono necessari interventi tecnologici per migliorare la questione ambientale. Il nodo salute-lavoro è una contraddizione molto forte che va affrontata e risolta, ma non crediamo che la soluzione sia la chiusura dell'Ilva”.
La leader sindacale commenta l’ingresso di Invitalia nella nuova compagine societaria del polo siderurgico. “Con il ritorno dello Stato cambia l'asse strategico fondamentale”, spiega: “È il segnale del fatto che l'Italia (…) come succede in tutti i paesi ad alta industrializzazione, forse comincia a pensare che il mercato di per sé non è sufficiente, ma che ci vuole una garanzia di indirizzo industriale, ambientale e così via che solo lo Stato può dare”. Re David, però, rimarca che ora “siamo in una condizione di sospensione e di attesa che sta diventando assolutamente insopportabile per i lavoratori e per l'industria. Non c'è Recovery fund e Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) se non si capisce cosa si fa dell'acciaio in questo Paese”.
Al momento, inoltre, i rapporti con il ministero dello Sviluppo economico “sono nulli, su questa e su altre vertenze. Noi ci aspettiamo finalmente che venga definito cosa significa l'ingresso dello Stato, come si procede sulla produzione industriale, sul piano ambientale, sul ruolo della Valutazione dell'impatto sanitario preventivo che è un elemento fondamentale”. La segretaria generale della Fiom, in conclusione, attende che “si avvii un tavolo sindacale, che allo stato non c'è, che garantisca l'occupazione, come facemmo con l'accordo precedente per i lavoratori che sono in ArcelorMittal ma anche per quelli che sono in amministrazione straordinaria. Desideriamo un cronoprogramma di incontri che abbia una sua determinazione negli obiettivi che si pongono”.
“Occorre fare più informazione e investire di più, assumendo anche più personale”. È questa la ricetta per stroncare il triste fenomeno degli incidenti sul lavoro per il presidente dell’Inail Franco Bettoni, intervistato dalla Stampa: “Nell'ultimo quinquennio 2015-2019 c'è stato un calo degli infortuni, che restano pur sempre tanti, del 3%, mentre i decessi sono calati del 13,5%: erano 783 nel 2015 e sono scesi a 677 nel 2019. A conferma della validità delle politiche di prevenzione che quindi dobbiamo rafforzare sempre di più”. E quali sono le cause più frequenti degli incidenti mortali? “Tra le principali ci sono la strada, le ‘caduta di persona’ (in piano o dall'alto), i ‘movimenti del corpo’ (gesti intempestivi, atto di sollevare, spingere)”.
Franco Bettoni evidenzia che “i nostri ispettori non hanno poteri di accertamento in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro che invece sono attribuiti alle Asl e all'Ispettorato nazionale del lavoro. Noi controlliamo le irregolarità contributive e il non rispetto della legislazione sociale”. Per il presidente vi è “la necessità urgente di reclutare nuovi ispettori nel quadro di un rafforzamento della funzione di coordinamento dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Voglio però sottolineare che l'approccio dell'Inail non è repressivo, ma punta al coinvolgimento di tutti gli attori del sistema di prevenzione. Non puntiamo alla repressione ma alla sensibilizzazione”.
L’Inail applica anche una politica di “aiuto” economico. “Dal 2010 a oggi abbiamo destinato 2,9 miliardi di euro alla realizzazione di progetti utili a incrementare gli standard di prevenzione nelle piccole e medie imprese. Solo nel 2020 abbiamo previsto oltre 200 milioni di incentivi Isi, più 65 destinati all'agricoltura”, conclude Franco Bettoni: “Poi abbiamo stanziato 4 milioni per una campagna nazionale di informazione tra gli attori del sistema di prevenzione e a breve ne metteremo a disposizione altri 14 per interventi formativi rivolti ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, ai Responsabili dei servizi di prevenzione e protezione, ma anche ai lavoratori. Perché questa piaga si combatte in un solo modo: con più formazione e più informazione”.
Gli editoriali
Il turismo è forse il settore più colpito dalla pandemia. “È una miniera d'oro con un filone potenzialmente senza fine”, spiega l’economista Paolo Balduzzi sul Messaggero, ma “una miniera d'oro non ha alcun valore se non viene duramente scavata. E l'aspetto più paradossale, ma anche più triste, è che anche in assenza di pandemia questa miniera non è mai stata sfruttata appieno”. Con la scusa che “la storia e le bellezze naturali del nostro Paese ‘si vendono da sole’, molti professionisti del settore, e ancor più colpevolmente molte istituzioni, semplicemente evitano di investire e di adeguarsi a una domanda di turismo sempre più globale ed esigente”.
La conferma di questa disattenzione ci viene dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). “Prevede una linea di intervento apposita per il turismo all'interno della missione 1: tante parole, tanti progetti. Tuttavia, quando le parole lasciano posto alle tabelle e ai numeri, si resta piuttosto delusi: sono previsti interventi per 6,68 miliardi di euro dal Recovery Fund, più altri 1,44 miliardi di euro dal fondo aggiuntivo”, prosegue il ricercatore dell’Università Cattolica di Milano: “Stiamo parlando solo del 3,5% sul totale dei fondi, con un impatto cumulato previsto sul Pil di meno dell'1% di qui al 2026 (nullo per il 2021)”.
Pe Balduzzi, poi, è impossibile limitarsi all'idea di un passaporto vaccinale. “Prima di tutto, perché è una misura comunque europea e che non ci distingue dagli altri. Secondo, perché rischia di essere l'ennesima scartoffia burocratica, che diventa noiosa da produrre per gli italiani e al limite dell'impossibile per gli stranieri”. Ciò che preme sottolineare all’editorialista, in conclusione, è che “la strategia sul turismo rischia di diventare rappresentativa di una strategia più generale. Quando finirà l'emergenza, quando finirà la protezione del bilancio pubblico, il mondo tornerà a competere. Chi sarà stato più veloce e lungimirante vincerà tutte le sfide: non solo quella di accaparrarsi turisti stranieri, ma anche quelle di attrarre investimenti, risparmi, talenti”.
“C'è un dovere civile e morale di evitare che le morti sul lavoro diventino parte del ‘panorama patologico’ dei nostri tempi e del futuro”. A dirlo è l’ex segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, in una riflessione sul Riformista. “In questi ultimi anni – spiega l’editorialista – si è puntato in modo ossessivo sulle competenze personali, senza avere strumenti formativi adeguati, e la meritocrazia ha generato forme di autosfruttamento per potersi garantire un'occupazione, una carriera, per guadagnare qualche euro in più. I carichi di lavoro sono cresciuti ovunque, generando situazioni di stress che molte volte sono causa di incidenti sul lavoro. Nel lavoro di oggi non c'è solo la fatica fisica ma cresce, anche per l'uso delle nuove tecnologie, quella psicologica”.
Pezzotta evidenzia che “l'estendersi della disoccupazione, il timore dei licenziamenti, la cassa integrazione, generano disagio e sofferenza, e che per reggere la tensione richiesta per il raggiungimento delle performance aziendali, sociali e individuali, sorgono malattie psicologiche e stati depressivi. La depressione, anche a seguito dello stress generato dalla pandemia, dalle chiusure, dal distanziamento, è diventata la malattia del lavoro”. Occorre dunque aprire “un confronto sociale e politico sull'attuale e futura organizzazione del lavoro, senza negare l'apporto delle nuove tecnologie digitali e senza assegnare a esse più di quanto realmente gli competa”.
Per l’ex sindacalista “la più importante operazione da mettere in campo è quella politico-culturale nei confronti dell'ideologia neoliberista che ha pervaso la società e che condiziona i comportamenti delle persone. All'interno dell'ordine neoliberista, i lavoratori sono considerati solo come forza lavoro o come consumatori”. Vi è quindi la necessità, conclude Pezzotta, che le politiche neoliberiste e la cultura economicistica che le regge siano sottoposte a un'analisi decostruttiva. Più ci si attarderà a intraprendere questo percorso, più il valore umano e la dignità del lavoro saranno costantemente minimizzati. Ma così non si frenerà la mortalità sul lavoro, perché il fine non sarà il bene delle persone ma la massimizzazione del profitto privato”.
La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata agli ultimi incidenti sul lavoro e allo sciopero generale di quattro ore oggi a Prato, indetto dopo la morte della giovanissima Luana D’Orazio. Sullo stesso tema trovano spazio anche le parole del segretario generale della Cgil Maurizio Landini sulla sicurezza sul lavoro, un approfondimento sulla terribile media di tre morti sul lavoro al giorno, lo sciopero dichiarato dai sindacati metalmeccanici di Varese e dai sindacati edili di Bergamo per l’ennesimo incidente mortale.
Da non perdere è la seconda puntata del viaggio della Filcams Cgil nelle città d’arte, il cui turismo è stato messo in ginocchio dalla pandemia: stavolta è il turno di Roma. Altrettanto importante è lo streaming di “Quarant'anni di Funzione pubblica. Quattro decenni di storia e di impegno, vissuti in difesa dei servizi pubblici”, iniziativa promossa dalla Fp Cgil, andata in diretta su Collettiva, cui hanno partecipato Serena Sorrentino (segretaria generale Fp Cgil) e il segretario generale Cgil Maurizio Landini.
Segnaliamo anche la class action lanciata da Federconsumatori per i titoli postali acquistati dai cittadini dopo il 1986, la presentazione della mostra Amatissime. Memorie di lavoro e di lotta delle operaie tessili reggiane (ideata dalla Cgil Reggio Emilia), la vicenda grottesca delle addette ai parcheggi dell’area sosta dell’Amat di Taranto, l’approfondimento dell’Inca Cgil Regno Unito su brexit e immigrazione.
In Collettiva, infine, è possibile rivedere la presentazione del libro di Stefano Giubboni “Anni difficili. I licenziamenti in Italia in tempi di crisi”, cui ha partecipato la segretaria confederale Tania Scacchetti; l’iniziativa della Cgil Taranto “Città sostenibili: qualità della vita e del lavoro. Consapevolezza e partecipazione”; la lectio magistralis di Miguel Gotor nell'ambito del ciclo di seminari promossi dalla Flc Cgil; l’incontro pubblico “La filiera edilizia unita per il superbonus” e il relativo intervento del segretario generale Fillea Cgil Alessandro Genovesi.
L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.