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Scongiurare la perdita di altri posti di lavoro e la scomparsa del settore bieticolo-saccarifero italiano. Lo ha chiesto ieri, 9 luglio, a Bologna il coordinamento delle rappresentanze dei lavoratori del settore saccarifero. "I lavoratori e le rappresentanze sindacali intervenute - affermano in una nota Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil - hanno espresso forte preoccupazione per lo stato in cui versa l’intera filiera, già condizionata negativamente da un radicale processo di riforma in ambito europeo che ha portato alla chiusura di 15 stabilimenti e avviato processi di riconversione industriale, alcuni dei quali ancora in divenire".
"Nonostante ciò - si legge - la filiera bieticola-saccarifera è ancora lontana dal trovare stabilità e prospettive future, una situazione che ci fa esprimere forte allarme per la tutela dei livelli occupazionali nell’intero settore, costretto a confrontarsi con un andamento del mercato e una concorrenza internazionale che vede l’Italia in una posizione di svantaggio competitivo a causa delle recenti scelte politiche prese sia in ambito comunitario che nazionale. A un contesto già di per sé emergenziale va aggiunto anche l’effetto negativo prodotto dalla decisione, presa dagli organismi competenti della Ue, di non erogare più le quote zucchero dal 2017, una decisione che sta favorendo la svalutazione del prodotto sul mercato internazionale, nonché alcuni grandi imprese che stanno facendo cartello e assumendo sempre più condotte lesive della libera concorrenza".
Le Rsu intervenute, in rappresentanza dei circa 2.500 impiegati negli stabilimenti di trasformazione e confezionamento rimasti sul territorio italiano, hanno chiesto a gran voce di aprire una discussione pubblica sul valore strategico della filiera bieticola-saccarifera nell’economia italiana, visti i tanti impegni disattesi e un progressivo disinvestimento delle politiche pubbliche di sostegno al settore. "In tale direzione va il recente quanto esiguo stanziamento di 19 milioni previsti dagli aiuti accoppiati alla bieticoltura a fronte di una richiesta di 24 milioni, cifra minima per garantire almeno un sostegno pari a 600 euro ad ettaro".
"Per questo - aggiungono le tre sigle - le rappresentanze intervenute hanno deciso di rinnovare l’invito al ministro Martina di rispondere positivamente alla richiesta di incontro fatta da Fai, Flai e Uila a cui non è ancora pervenuta risposta. L’incontro richiesto con il Ministro è di fondamentale importanza per riaprire quanto prima il dossier sulla filiera bieticola-saccarifera (a partire dalla necessità di rivedere in sede europea la decisione sulle quote e posticipare la mancata erogazione almeno al 2020) e per impedire un ulteriore indebolimento dell’Italia nel contesto internazionale, con ripercussioni negative sui livelli occupazionali e su quella che da sempre rappresenta una specificità del nostro settore agroalimentare".
Il medesimo appello è stato rivolto a tutti i rappresentanti nelle assemblee elettive e delle istituzioni, dai livelli locali e regionali, passando per il parlamento italiano e quello europeo, nonché ai rappresentanti delle associazioni dei produttori di barbabietola e le loro confederazioni di riferimento: "Serve un impegno di tutti per scongiurare che il bieticolo-saccarifero italiano muoia, e per difendere le capacità produttive di questo importante settore e i posti di lavoro ad esso collegati i lavoratori e le lavoratrici sono pronti ad assumere tutte le iniziative sindacali necessarie".