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Davanti alle nuove esternazioni di Beppe Grillo, questa volta sul caso Xylella, la Cgil Puglia prende parola per condannare fermamente la manipolazione e la strumentalizzazione di vicende complesse e delicate che interessano i destini di interi territori e di migliaia di cittadini. Il comico, infatti, ha rilanciato sul suo blog la tesi negazionista della “bufalite della Xylella”, con un articolo a firma di Petra Reski, secondo cui “gli artefici non sono mai stati in grado di fornire una (…) briciola di prova scientifica, per le loro affermazioni”.
“Beppe Grillo deve decidere quali sono i suoi interessi, se la politica o la sua attività di comico – chiarisce il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo – e non sovrapporre ulteriormente i due piani sottoponendoci a esternazioni che, anziché contribuire a risolvere i problemi, li complicano ulteriormente intossicando il dibattito pubblico, come già accaduto anche con le vicende Ilva e Tap, su cui è stata fatta molta demagogia spicciola con poca sostanza: l’interesse dei cittadini richiede, infatti, un approccio ben diverso dall’urlare da un palco, sia esso virtuale o reale, per catalizzare l’attenzione".
Per Gesmundo "questi temi richiederebbero invece responsabilità e ascolto verso le parti coinvolte che avrebbero, ad esempio, potuto informare Grillo del disastro che incombe sulla Puglia, il cui settore agricolo è messo in serio pericolo dal diffondersi dell’infezione, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero sul versante occupazionale e ambientale. Ci spieghi, quindi, se anche l’Ilva dovesse chiudere, assecondando i suoi auspici, su cosa dovrebbero reggersi l’economia e il sostentamento dei cittadini pugliesi senza industrie e settore primario".
"Come Cgil - prosegue il segretario del sindacato pugliese - riteniamo invece che questioni come queste vadano affrontate ponendosi i giusti interrogativi, senza pregiudizi negazionisti o antiscientifici: come fare, ad esempio, una volta contenuta la malattia, a convertire le colture per garantire la sopravvivenza del settore e dell’ambiente, visibilmente devastato anche a causa dell’imperizia generata da posizioni oltranziste che, rimandando la soluzione del problema, lo hanno solamente aggravato".
Gesmundo ricorda che "solo nella provincia di Lecce sono 2.500 i posti di lavoro persi nell’attività di raccolta, come denunciato dalla Flai Cgil Puglia, senza contare quelli riguardanti la lavorazione e la commercializzazione delle olive con il relativo indotto". E conclude: "Facciamo si che al centro della scena pubblica ci siano queste questioni e non le battute di un comico che finora ha ricevuto probabilmente più attenzioni di quante gliene spettassero”.