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Ufficiali ne nlozze tra Wind e 3 Italia. L'annuncio dell'operazione è stato dato da Jean Yves Charlie, ad di Vimpelcom, la controllante russa di Wind, nel corso della conference call con gli analisti sui risultati semestrali. Con oltre 31 milioni di clienti nella telefonia mobile e 2,8 milioni di clienti nella rete fissa (di cui 2,2 mln clienti banda larga), dalla fusione si dovrebbe ricavare sinergie per oltre 5 miliardi di euro. “Una notizia positiva perché anche nel nostro paese era necessario procedere a un consolidamento del mercato per garantire gli ingenti investimenti che le imprese di telecomunicazioni dovranno realizzare nei prossimi anni”. Così Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.
La fusione, infatti, non va considerata come un elemento a ssé, va vista in prospettiva nell’ambito del ripensamento dell’intero settore delle Tlc. “Negli ultimi anni - osserva il sindacalista - il comparto è stato divorato da una competizione sui prezzi senza paragoni in altri mercati europei e ha incentrato tutte le sue politiche sulla riduzione dei costi, rallentando gli investimenti necessari e peggiorando la qualità complessiva del servizio offerto ai clienti”.
Condizione che ha generato nell’ultimo triennio un decadimento della qualità del lavoro con numerose crisi occupazionali che si sono aperte e una generale perdita di diritti e salario per tutto il personale impiegato nel settore, con il ritorno, attraverso la politica degli appalti, a forme di lavoro irregolare e mal retribuito e costi sociali enormi, in termini di ammortizzatori.
“La fusione deve diventare l’occasione per ribaltare la politica della riduzione dei costi - prosegue il sindacalista - e sviluppare una competizione che metta al centro del processo il cliente, focalizzando politiche di servizi innovativi e di qualità con cui assicurarsi la fidelizzazione. Il giudizio non potrà, però, prescindere dall’illustrazione del piano industriale del nuovo colosso italiano delle Tlc, con particolare riferimento alle ricadute occupazionali che il progetto comporterà e agli strumenti di gestione che si intenderanno adottare”.
“È evidente che se la fusione dovesse comportare tagli occupazionali inaccettabili, vedrà il sindacato schierarsi con i lavoratori per modificarne l’impostazione”, conclude Azzola: “Se, come noi speriamo, il piano sarà incentrato sugli interventi di riequilibrio necessari e sulla scelta di strumenti da adottare che evitino ricadute traumatiche sui lavoratori, troverà il sindacato pronto a fare la sua parte. Per questi motivi, già dai prossimi giorni procederemo a chiedere ai vertici delle due società un apposito incontro”.