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Parte lunedì mattina il tavolo al ministero dello Sviluppo con il ministro Federica Guidi nel difficile tentativo di mediare tra azienda e sindacati dopo una settimana di scioperi, blocchi stradali, proteste e cortei che proseguono anche oggi (lunedì) nei vari siti produttivi interessati ai tagli.
L'accordo non sarà facile. La multinazionale insiste sulla scelta di chiudere lo stabilimento di Carinano (Caserta), considerata “il fulcro del piano Italia” in cambio di investimenti a Cassinetta (Varese) e a Fabriano (Ancona).
Per i sindacati, invece, il sito campano non può assolutamente chiudere, anche perché così prevedeva l'intesa fatta con Indesit prima della fusione. A complicare il tutto, poi, c'è la campagna elettorale in Campania e nelle Marche.
Fuori dal ministero la protesta di circa 650 operai arrivati da Caserta con 11 pullman questa mattina presto. I lavoratori che in caso di chiusura dello stabilimento perderebbero il posto, intonano cori ("Carinaro non si tocca" o "chi non salta è americano") e chiedono lavoro e dignità per tutti.