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La Rivista delle Politiche Sociali dedica la sezione monografica (il Tema) del suo ultimo numero (il 2 del 2017) all’analisi degli incastri, più o meno virtuosi, tra welfare occupazionale (cioè rivolto ai lavoratori) e welfare pubblico. Con una comparazione della letteratura esistente, la sezione fornisce, oltre a una definizione/descrizione del welfare occupazionale, una griglia per analizzare le principali sfide che emergono dall’espansione dello stesso, nel quadro della più complessa trasformazione del welfare italiano.
Come acutamente segnala il curatore del numero Matteo Jessoula nella sua introduzione: “Il welfare italiano ha tradizionalmente mostrato un’accentuazione del ruolo svolto da due sfere istituzionali: lo Stato e la famiglia. Al contrario, il mercato (assicurazioni private) e i corpi intermedi (tra cui i sindacati) hanno giocato un ruolo marginale nel fornire protezione contro i diversi rischi e bisogni sociali”. Negli ultimi anni sono però cresciuti decisamente “nuovi sentieri di sviluppo istituzionale e di policy, favorendo un irrobustimento delle sfere del mercato e delle associazioni intermedie nel campo della protezione sociale”.
Emerge così con chiarezza che, accanto alle promesse, vi sono rischi e criticità del welfare occupazionale, in specie di quello di origine contrattuale. Sempre nella sezione monografica vengono analizzati i possibili “incastri” (e le incompatibilità) tra le forme di welfare pubblico e i nuovi schemi di welfare occupazionale, in primo luogo la questione degli esclusi: inoccupati, precari o pensionati. Sul tema, oltre al curatore del numero, intervengono, rappresentando diversi sguardi e punti di vista, numerosi autori, nell’ordine: Marco Leonardi, Elena Granaglia, Giulia Mallone e Tiziana Tafaro, Michele Raitano, Marco Arlotti con Ugo Ascoli e Emmanele Pavolini, Camilla Gaiaschi, Federico Razetti, Sabrina Colombo, Martin Seeleib-Kaiser, Franco Martini.
Il Tema si articola idealmente in tre parti. Nella prima sono “le Regole” a essere approfondite, in specie le novità introdotte dalle Leggi di stabilità 2016 e 2017. Nella seconda parte si trattano “le Politiche”, cioè i programmi e le misure di welfare occupazionale nei diversi settori di politica sociale (pensioni, sanità, conciliazione), con uno sguardo all’esperienza della bilateralità. L’ultima parte riguarda i principali “Attori” che operano sulla scena del welfare occupazionale: sindacati e associazioni datoriali. Gli argomenti affrontati riguardano sia gli aspetti di natura contrattuale che quelli legati agli effetti del welfare occupazionale sul welfare pubblico.
Per gli aspetti contrattuali, ci si chiede quale politica salariale (in senso lato) deriva dal crescente peso del welfare contrattuale e dal nuovo dilemma per la contrattazione integrativa (e per i lavoratori) con la scelta tra premio di produttività e welfare aziendale. E di come il welfare contrattuale possa condizionare la stessa natura del sindacato (segnalando in questo caso anche le convergenze e le divergenze strategiche in casa sindacale, in particolare tra Cgil e Cisl).
Per quanto riguarda gli effetti sul welfare pubblico, diversi interventi analizzano quanto il welfare contrattuale sostenga o, al contrario, possa intaccare il welfare universale: è il caso dei costi nascosti per la sanità complementare e del suo impatto sulla sanità pubblica, o nel caso della difficile integrazione fra previdenza pubblica e privata in Italia, degli effetti del premio in welfare, riscosso oggi, rispetto al valore della pensione, da riscuotere domani. Una particolare attenzione è dedicata, con due saggi, al rapporto tra welfare contrattuale e politiche di conciliazione, tra uguaglianza di genere e tempo per la cura; anche con un’analisi comparata tra la situazione in Germania e in Italia. Chiude la sezione tematica il segretario nazionale Cgil Franco Martini, con il saggio “La nuova stagione del welfare contrattuale”, che offre una riflessione sulle opportunità, sui rischi e sulle strategie e le scelte del sindacato rispetto al welfare occupazionale-contrattuale, in particolare sulla relazione tra quest’ultimo e il welfare pubblico.
La sezione Attualità del numero dedica due saggi alla questione delle “Disuguaglianze di salute”: il primo è firmato da Nerina Dirindin e Chiara Rivoiro (“La salute dei più fragili”), l’altro è scritto da Giuseppe Costa con Roberto Di Monaco, Roberto Leombruni e Michele Marra (“A due anni dal rapporto sull’equità della salute in Italia”). Nella sezione Dibattito, Alessandra Fasano, Enrica Aloè e Marcella Corsi discutono il libro di Chiara Saraceno “L’equivoco della famiglia”. Chiude il volume l’intervento di Fabio Turato, con il secondo dei quattro saggi che nella programmazione Rps 2017 sono dedicati a “Populismi e questione sociale”: qui si tratta del rapporto tra populismo, autoritarismo e welfare state.