"Ci fa piacere che finalmente il sindaco Alemanno e l’assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso si siano accorti della drammaticità in cui versano i servizi sociali nella nostra città". Così Silvia Ioli, segretaria della Cgil di Roma e del Lazio, Paolo Camardella, segretario della Fp Cgil di Roma e del Lazio e Teti Croci, segretaria generale dello Spi Cgil di Roma e del Lazio.
"Purtroppo per Roma - continuano - ai tagli del governo Berlusconi e del governo Monti si è aggiunta l'incapacità dell’amministrazione comunale a investire sul sociale: non è stato approvato il piano regolatore sociale e la riorganizzazione dell’assistenza domiciliare, oltre a non prevedere la piena applicazione del contratto di lavoro agli operatori, non ha ridotto le liste di attesa degli utenti. Forse le risorse di cui parla il vicesindaco Belviso sono state utilizzate per iniziative caritatevoli quali i 'pacchi dono' agli anziani e la carta roma?".
"I tagli ai fondi nazionali e regionali da noi sempre condannati, nel totale silenzio dell’amministrazione Alemanno - aggiungono - sono noti dal 2008 e riguardano in generale il trasferimento di risorse dallo Stato ai comuni: sono pertanto le scelte operate dal comune di Roma nel bilancio a essere sbagliate, perché concepite sull'idea che le spese sociali siano costo e non un investimento. A differenza di altri comuni che hanno recuperato importanti risorse dalla lotta all’evasione fiscale - concludono - duole constatare che la giunta capitolina non ha fatto nulla in tale direzione".
Welfare: Cgil Roma, Comune incapace
21 febbraio 2013 • 00:00