Sette Comuni tra i primi 200 utilizzatori di voucher, i buoni lavoro dal valore netto di 7,50 euro all'ora. È quanto risulta dai dati forniti dall'Inps alla Cgil e rielaborati dalla Funzione pubblica, per accendere un faro sulle amministrazioni che nel 2016 hanno utilizzato questo strumento per remunerare prestazioni di "lavoro accessorio". Nell'ordine, rileva la Fp Cgil, i Comuni interessati, presenti nell'elenco dei primi duecento utilizzatori di voucher, sono: Benevento (201 prestatori con voucher per una spesa complessiva di 721.510 euro nel 2016), Padova (135 prestatori per 361.330 euro), Vallo della Lucania (401 prestatori per 334.400 euro nel 2016), Vasto (73 prestatori per 266.740), Ancona (89 prestatori per 261.350 euro), Trecase (93 prestatori per 246.140 euro) e Boscoreale (86 prestatori per 226.680 euro).

La Funzione pubblica Cgil sottolinea inoltre, dai dati ricevuti dall'Inps, che “ci sono molti altri Comuni che ovviamente utilizzano i voucher. Solo guardando ai primi 200 utilizzatori in totale, e solo per queste sette amministrazioni, i prestatori di lavoro accessorio sono stati 1.078 per una spesa complessiva di 2.418.150 euro nel 2016 per attività che hanno causali ricorrenti, quali manifestazioni sportive-fieristiche ed eventi culturali o lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione dell'ente, mentre alcune risultano non classificate”. Nella lista dei primi 200 figurano inoltre anche altre strutture della pubblica amministrazione, dei servizi sociali e assistenziali, a dimostrazione del fatto che, osserva la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino, “il blocco delle assunzioni ha spostato al di fuori del rapporto di lavoro pubblico fette di lavoro che tra appalti, esternalizzazioni e precariato hanno tolto opportunità di impiego stabile a tanti e prodotto diseconomie, il cui prezzo lo hanno pagato i lavoratori e i cittadini”.

C'è una grande sperequazione tra le qualifiche per le quali i Comuni hanno fatto ricorso ai voucher, continua Sorrentino: "Ciò dimostra quanto rinnovare il contratto e aggiornare i profili professionali sia una necessità, ma soprattutto quanto sia improcrastinabile lo sblocco delle assunzioni”. Su questo punto la segretaria generale Fp Cgil ricorda il varo del Testo Unico sul lavoro pubblico, previsto dalla riforma Madia, nel corso dell'ultimo Consiglio dei ministri: “Il nuovo Testo Unico, in coerenza con l'accordo sottoscritto il 30 novembre scorso, deve dare risposte a entrambi i temi: stop alla precarietà e nuove politiche di reclutamento. Ma il governo deve dare risposte ai lavoratori pubblici anche sul fronte del rinnovo dei contratti, garantendo le risorse per assunzioni e incrementi delle retribuzioni”. Ed è in ragione di questo che “la Funzione pubblica è in prima linea per la campagna referendaria della Cgil #ConsSì, perché voucher e appalti attraversano tutto il mondo dei servizi pubblici, ed è in campo per il rinnovo dei contratti di lavoro, unica vera svolta per la pubblica amministrazione”.