PHOTO
Con 101 mila nuove assunzioni a tempo indeterminato (al netto delle cessazioni) sul totale dei 616.543 nuovi rapporti di lavoro subordinato, tra gennaio e ottobre 2015, l'aggiornamento dell'Osservatorio Inps sul Precariato conferma l'inutilità del Jobs Act, almeno per quanto riguarda la sbandierata estensione delle tutele. Per assaporarne la pericolosità, invece, si deve abbandonare il terreno minatissimo della subordinazione per arrivare a quello, quasi inesplorato, del lavoro accessorio.
Anche a ottobre, infatti, aumenta il valore dei buoni lavoro acquistati presso l'Inps, toccando quota 91.867.175 euro, ben 10.483.701 euro n più rispetto a quello acquistato fino a settembre dall'inizio dell'anno (+2,8%). Si tratta dell'ennesima variazione positiva dall'inizio del monitoraggio, nel 2013, quando il valore dei voucher acquistati nei primi dieci mesi dell'anno era di 32.474.384 euro. Un incremento del 282,9%, non male per una forma di lavoro che si presume “accessoria” rispetto al lavoro previsto in una certa attività.
Nella mappa le regioni sono state riproporzionate sulla base della variazione 2015 su 2013, nello stesso periodo gennaio-ottobre. Il valore assoluto è, invece, stato usato per i colori, mentre in etichetta il valore in voucher acquistato nel solo mese di ottobre 2015.
Distorsione spaziale basata su variazione 2015 su 2013 (periodo gennaio-ottobre)
Il Nord, Toscana inclusa, si conferma l'area con il maggiore volume di voucher acquistati, ma è il Centro-Sud a far registrare le variazioni più intense (cfr. Tabella N°2, in fondo).
Le Regioni campioni, per valore assoluto acquistato, anche nell'ultimo aggiornamento sono la Lombardia (1.998.766 euro), il Veneto (1.451.918) e l'Emilia Romagna (1.319.467), che corrispondono a variazioni positive sul mese di settembre rispettivamente dell'13,5%, dell'1,7% e del 2,6%.
Le variazioni più interessanti di ottobre su settembre sono quelle registrate per l'Umbria (+13,6%), la Lombardia (+13,5%) e l'Abruzzo (+13,4%). La variazione negativa più significativa è, invece quella del Trentino Alto Adige (-21,4%), seguita da altre regioni a economia fortemente turistica: Sardegna (-17,6%), Calabria (-15,2%), Sicilia (-9,6%) e Puglia (-8,7%).
Tabella 1
Variazione mensile della spesa in voucher per Regione - elaborazione www.gdeangelis.eu su dati Inps
Per ciascuno degli anni disponibili, il grafico sottostante sintetizza le variazioni per macroregione, permettendo così di mettere a fuoco alcune dinamiche caratterizzanti la nuova frontiera del precariato.
Variazione mensile della spesa in voucher per macroregioni. Serie dal 2013 - Elaborazione www.gdeangelis.eu su dati Inps
Come visto, dopo il rimbalzo rilevato a settembre 2015 sul mese precedente, ottobre consolida la crescita facendo registrare un complessivo aumento del valore dei voucher acquistati su settembre (2,1%). Tale incremento è ascrivibile soprattutto al Nord-Ovest (+10,7%) e in piccola parte al Centro (+1,6%). Diminuiscono invece i voucher acquistati nelle Isole (-14,2%) e nel Sud (-2,3%). Stabile il Nord-Est, con una variazione negativa del -0,1%.
Il mese di ottobre 2015 segna, insomma, un profilo simile a quello fatto registrare nel 2014, almeno per quanto riguarda le variazioni più significative, Nord-Ovest (+10,6%) e Isole (-6,1%). Per quanto le possibilità di esplorazione siano fortemente limitate dall'indisponibilità dei dati sui percettori, queste rapide osservazioni suggeriscono la progressiva strutturalizzazione di un fenomeno che dovrebbe preoccupare molto di più di quanto non faccia.
Infatti, nonostante sia lo stesso Boeri, presidente dell'Inps, a suggerire che quello dei voucher è un meccanismo che intorbidisce ulteriormente il mercato del lavoro italiano, fioccano le iniziative pubbliche che ne incentivano l'uso, favorendo la svalutazione e la precarizzazione del lavoro.
Gli ultimi casi sono quelli dei comuni di Ariano Irpino, di Quarto e di Eboli, di Pescara, ma anche di Andora nel savonese, di Nonantola nel Modenese e di Gorizia, dove il comune paga con i Voucher la rimozione di ghiaccio e neve. Accanto all’evidente opportunità di risparmio per gli amministratori locali, si tratta spesso di iniziative incentivate dalle Regioni, che classificano i voucher tra le Misure innovative e sperimentali di tutela dell’occupazione e politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga (qui l’esempio della deliberazione 202/2015 della Regione Calabria).
L'idea di fondo è quella di somministrare voucher per quei disoccupati disposti a svolgere lavori di pubblica utilità, come giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti, lavori in occasione di manifestazioni sportive, culturali, caritatevoli, lavori di emergenza e attività lavorative aventi scopi di solidarietà sociale. Ovviamente, per accedere alle misure si deve essere in condizioni di estrema fragilità (ne va dell'appetibilità della mancia).
Il settore pubblico, come fu per le collaborazioni coordinate e continuative ancora oggi esistenti, è doppiamente in prima linea nella sperimentazione delle nuove forme di sfruttamento: mentre, infatti, risparmia sulle spese di manutenzione, svaluta il lavoro regolare di quanti contano, per campare, proprio sui salari provenienti da quelle stesse attività.
Da una parte, insomma, non risolve e aggrava l'esclusione dei più poveri, dall'altra aumenta il rischio esclusione per gli altri.
Tabella 2
Gianluca De Angelis è ricercatore della Fondazione Di Vittorio