“Una manifestazione nazionale straordinaria”, così il segretario generale della Cgil di Piacenza, Gianluca Zilocchi, in una lettera agli iscritti, definisce la manifestazione indetta dalla Cgil per sabato prossimo a Roma, per la quale la Cgil di Piacenza sta organizzando numerosi pullman (per informazioni: 0523/459701 – 91) con partenze da Fiorenzuola, dalla Valtidone e dalla città.
“Straordinaria - spiega - perché urgente, straordinaria perché parla di democrazia, straordinaria perché contesta comportamenti antidemocratici che non hanno precedenti nella storia repubblicana”. Nella lettera, Zilocchi e la segreteria confederale della Cgil ricordano le tappe che hanno portato a questa “manifestazione straordinaria”.
“La Cgil ha presentato una proposta di legge, la ‘Carta dei diritti universali del lavoro’ e tre quesiti referendari a sostegno (art. 18, voucher, responsabilità solidale negli appalti) raccogliendo 4 milioni e mezzo di firme, oltre 10mila solo a Piacenza le ha raccolte la Camera del Lavoro. La suprema Corte accoglie due referendum (voucher e appalti) e il Governo fissa la data del voto il 28 maggio e la Camera dei Deputati discute la proposta di legge. Il 21 aprile, il Parlamento converte in legge un decreto del Governo che abroga le leggi sottoposte a referendum popolare: il presidente del Consiglio motiva la decisione con la necessità di non dividere il Paese. Di conseguenza decadono i referendum, che - ricordiamolo sempre - sono l’unica forma di democrazia diretta, prevista dalla Costituzione per far valere l’opinione dei cittadini sulle leggi del nostro Paese”.
“Il 27 maggio, il giorno prima della data originariamente fissata per il referendum, alla Camera, in Commissione Bilancio si reintroducono i voucher. Ecco, abbiamo riepilogato i fatti – sottolineano dalla Cgil - perché rendono evidente che Governo e Parlamento non hanno abrogato i voucher ma i referendum, ovvero il diritto dei cittadini di esprimersi. Per sottolineare che mai era avvenuta una violazione così palese dell’art. 75 della Costituzione. Che un Parlamento ed un Governo che in 35 giorni votano una legge e poi il suo contrario, minano la loro credibilità ed autorevolezza e la stessa fiducia nelle Istituzioni”.
“Non hanno avuto il coraggio - prosegue la lettera agli iscritti della Cgil - di confrontarsi a viso aperto sul merito dei quesiti, ma ci hanno solo impedito con l'inganno di votare. Bisogna impedire che questo diventi un precedente da imitare in futuro per impedire referendum non graditi. La Cgil nella sua storia si è sempre battuta per difendere la democrazia e le sue regole, perché in quella difesa, c’è la difesa della libertà nel lavoro, la cittadinanza del lavoro”.
In alcuni banchetti sul territorio, e su internet, sono già oltre mille i piacentini che hanno firmato l'appello ‘Schiaffo alla Democrazia’ in vista della manifestazione nazionale del 17 giugno.
“Schiaffo alla democrazia è il primo punto della nostra manifestazione, ma non manchiamo nel sottolineare che grave è anche il merito del provvedimento. Ancora una volta si decide una forma di lavoro precario (poco importa che cambi il nome) senza definire per quali finalità, con l’evidente effetto dumping rispetto ad altre forme contrattuali. Non è vero che sia un contratto di lavoro perché non prevede nessun diritto. Ovviamente si potevano regolare le prestazioni occasionali per le famiglie, noi stessi abbiamo presentato una proposta nella Carta dei Diritti (articoli 80, 81); definendo quali sono le prestazioni occasionali. Si è voluto invece estendere un lavoro occasionale mai definito alle aziende (fino a 5 dipendenti vuol dire la stragrande maggioranza) e alla pubblica amministrazione. Inutile poi sottolineare che la sbandierata promessa di un confronto con le parti sociali per definire la materia si è trasformata in colloqui individuali per avere un’opinione sugli emendamenti presentati in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati. Ovviamente la nostra iniziativa non si ferma e solleveremo l’illegittimità di queste decisioni presso la Corte Costituzionale”, spiega il sindacalista.
“Respingiamo questo ‘Schiaffo alla Democrazia’ - conclude Zilocchi - rilanciamo le ragioni del lavoro, incontriamoci il 17 giugno in Piazza San Giovanni a Roma”.