“Quello dei vitalizi è un privilegio ingiustificato, iniquo e del tutto inaccettabile quando molte lavoratrici e lavoratori matureranno la pensione a 70 anni con importi di gran lunga inferiori a quello che percepisce un ex consigliere con una sola legislatura alle spalle”. Il segretario generale della Cgil del Trentino, Paolo Burli, interviene sul tema scottante degli emolumenti che gli ex consiglieri regionali del Trentino Alto Adige percepiranno sulla base della vecchia normativa dei vitalizi e chiede atto di buon senso e sobrietà a chi ha rappresentato i cittadini nei consigli provinciali di Trento e Bolzano.

“Diamo atto al Consiglio regionale del Trentino Alto Adige – ricorda Burli – di aver già radicalmente modificato, a differenza delle altre Regioni, la legge sui vitalizi. Per i nuovi consiglieri il regime è sostanzialmente diverso dal passato; e, se esistono forse ancora delle storture, confidiamo che possano essere facilmente superate con un po’ di buona volontà”.

Il problema però resta quello dei trattamenti garantiti dalla legislazione passata ai vecchi consiglieri regionali. “Si tratta di un privilegio che va superato – ripete il dirigente Cgil –. Certo, l’intervento di riforma attuato nella scorsa legislatura permette una riduzione significativa, a regime, dell’esborso per le casse regionali e quindi per i cittadini. Ma è ovvio che superliquidazioni da oltre un milione di euro rappresentano uno schiaffo a tutti coloro che, e i dati di oggi sulla disoccupazione anche in Trentino dimostrano che sono sempre di più, vengono colpiti dalla crisi economica”.

Per questo Burli lancia un appello. “È certo positiva l’iniziativa dei presidenti Rossi e Kompatscher per tentare di ridurre l’ammontare dei vitalizi. Crediamo però che i primi a intervenire debbano essere gli stessi ex consiglieri regionali. Li invitiamo quindi a seguire l’esempio di Vincenzo Passerini che intende rifiutare il denaro cui avrebbe diritto come ex consigliere. Facciano lo stesso anche gli altri titolari di vitalizio, a testimonianza concreta della sobrietà trentina e del ruolo esercitato in nome e per conto dei concittadini che oggi sono disgustati da tanti privilegi e iniquità. Se nella crisi c’è qualcuno che deve fare dei sacrifici, questi debbono essere prima di tutti quelli che hanno di più, non viceversa”.