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La lotta alla violenza maschile contro le donne non deve rappresentare il tema di una giornata all'anno: deve piuttosto concretizzarsi in un cambiamento vero di comportamenti, ragionamenti, linguaggio. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, secondo cui “è necessario un salto di qualità” nell'azione del governo e una maggiore attenzione dal mondo della politica.
Parlando a margine dell'assemblea delle donne della Filcams Cgil, Camusso ha sottolineato la necessità di risorse per sostenere i centri antiviolenza e per aiutare le donne vittime di violenza a ricostruirsi una vita autonoma. Ma il salto di qualità contempla anche “deleghe e la riunificazione e non divisione tra i vari ministeri delle competenze”.
Secondo il leader della Cgil, servirebbe “una nuova stagione vera di discussione”, perché non bisogna più considerare "innocenti comportamenti" quelli che sono "spesso propedeutici all'idea di inferiorità delle donne che possono essere trattate come oggetti di possesso invece che persone”.
Ma la Cgil pone l’attenzione anche su un’aspetto specifico della violenza di genere: quella perpetrata nei luoghi di lavoro. “Questa violenza è spesso sottovalutata – commenta Loredana Taddei, responsabile delle politiche di genere della Cgil nazionale - ma aumenta in modo preoccupante con la crisi e con la precarietà, che rendono le donne più ricattabili. Specialmente in condizioni di illegalità e di degrado".
Crisi, precarietà, illegalità spesso intrecciate al dramma della fuga dai paesi poveri o in guerra, stanno di fatto favorendo il ritorno a un lavoro servile e privo di diritti che favorisce il verificarsi di violenze e soprusi, afferma Taddei. “Come nel caso, venuto alla ribalta dopo le denunce della Flai Cgil e l'attenzione dei media, delle donne rumene impiegate nelle campagne del ragusano, dove vivono in totale isolamento, e dove alla violenza di un lavoro durissimo, sottopagato e in nero, si aggiungono, a fine giornata, violenze sessuali e ricatti”
Taddei, che denuncia la latitanza delle istituzioni nel contrasto al fenomeno, ricorda come queste violenze siano anche “il frutto di un collocamento fuori da ogni forma di legalità e trasparenza e di fronte ai quali Stato e Istituzioni appaiono assenti”.
"Vorremmo - conclude Taddei- che il 25 novembre non sia solo la giornata delle statistiche drammatiche e delle storie tragiche, ma chiediamo nettamente al Governo e al Presidente del Consiglio che il tema del contrasto alla violenza di genere dentro e fuori dai luoghi di lavoro diventi un impegno concreto. Non si usi la crisi come giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni della violenza su donne".