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Fronte sindacale compatto nella vertenza degli oltre 70 mila addetti del settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, in attesa del rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2015. Oltre 500 delegati chiamati a raccolta in assemblea dalle federazioni di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, hanno dato mandato alle segreterie nazionali ad organizzare la mobilitazione del comparto dei servizi privati in appalto, particolarmente esposto a logiche di mercato incontrollate e al massimo ribasso, con le inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali e retributivi, “qualora si riscontrasse da parte associativa una sostanziale continuità di comportamenti finalizzati unicamente a ritardare le fasi della stretta conclusiva del negoziato sulla questione degli incrementi retributivi da riconoscere alla categoria”. È quanto si legge nel comunicato sindacale congiunto, diramato sui luoghi di lavoro.
“È opinione unanime dei rappresentanti sindacali dei lavoratori del comparto dei servizi di sicurezza forniti da privati – prosegue la nota - che sia necessario imprimere una svolta al negoziato, in quanto un contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto dal 31 dicembre 2015 non può oggettivamente esercitare quel ruolo di riferimento solido ed efficace che la normativa italiana affida al contratto collettivo nel settore della vigilanza, anche nella selezione, in seno alle libere dinamiche di mercato, degli operatori più seri”.
“E’ nostra convinzione – aggiunge il comunicato - rivendicare il diritto inalienabile ad avere un contratto collettivo nazionale di lavoro che affronti i temi, che sono già stati variamente discussi ed approfonditi nel corso dei lunghi mesi di trattativa, e rispetto ai quali organizzazioni sindacali hanno elaborato delle proposte scritte sottoposte alle proprie controparti, come la rivisitazione della sfera applicativa, il sistema di classificazione del personale, il cambio di appalto e/o affidamento di servizio, i contenuti della contrattazione di secondo livello”.
Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs “contestualmente all’auspicata firma del rinnovo del contratto nazionale, occorrerà richiamare il ministero dell’Interno ed i suoi subordinati livelli territorialmente competenti ad una scrupolosa applicazione di quanto previsto dal decreto ministeriale 269/2010 sulla disciplina delle caratteristiche minime del progetto organizzativo e dei requisiti minimi di qualità degli istituti e dei servizi di cui agli articoli 256-bis e 257-bis del regolamento di esecuzione del Tulps, nonché dei requisiti professionali e di capacità tecnica richiesti per la direzione e per lo svolgimento di incarichi organizzativi nell'ambito degli stessi istituti, in quanto si fanno sempre più diffusi i casi nei quali operatori disinvolti ed incuranti delle regole riescono ad aggiudicarsi appalti pubblici e servizi privati a discapito della parte sana del settore”.