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Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore vigilanza privata (scaduto lo scorso 31 dicembre) è ai blocchi di partenza. O meglio, i rappresentanti sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno trovato un'intesa preventiva per la redazione di un’ipotesi di piattaforma unitaria da sottoporre alle controparti datoriali. Non prima, però, di aver avuto il via libera dai lavoratori del settore, chiamati a esprimersi a livello territoriale nelle assemblee che si concluderanno entro il 15 luglio e, a livello nazionale, per il voto definitivo, il 21 luglio nella riunione dell’attivo unitario del settore.
Nelle intenzioni dei sindacati di categoria, il nuovo contratto “scommette sul futuro del settore – spiega Sabina Bigazzi, della Filcams –, mirando alla ricomposizione della filiera della sicurezza. Con questo documento intendiamo sollecitare le controparti a investire nel comparto, riqualificandolo per un rilancio centrato su un’elevata professionalizzazione degli addetti e la definizione di un chiaro campo di applicazione e una coerente classificazione del personale”. La piattaforma ha il valore di aver recuperato un percorso unitario dopo la divisione avvenuta tra le organizzazioni sindacali nell’ultimo rinnovo, che era stato contraddistinto da notevoli difficoltà, tanto da aver raggiunto una conclusione dopo 49 mesi dalla scadenza.
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La nuova piattaforma unitaria ha l’ambizioso, ma necessario, obiettivo di innovare, provando a proseguire sulla strada della riforma del settore e di tutta la filiera della sicurezza attraverso i seguenti punti chiave: • unico campo di applicazione che identifichi il perimetro del settore; • classificazione del personale che ricomprenda tutte le mansioni e le professionalità richieste nelle attività riconducibili alla sicurezza; • rafforzamento della contrattazione di secondo livello e della sua esigibilità, anche per le materie relative all’organizzazione del lavoro; • rafforzamento della disciplina del cambio d’appalto, rendendola più cogente e vincolante al fine di impedirne l’elusione; • incrementi salariali consoni a sostenere la ripresa dei consumi e coerenti con la specificità professionale del settore.
Si punta a definire un unico contratto nazionale in grado di delineare puntualmente la “filiera” della sicurezza. Obiettivo raggiungibile solo con un intervento chiaro sui confini del campo di intervento del contratto nazionale stesso e con un sistema unico di riconoscimenti economici e normativi per le diverse figure professionali. Tra le tematiche qualificanti e che da molto tempo contraddistinguono il settore senza trovare spesso idonea soluzione, ci sono l’organizzazione del lavoro, turni e servizi per arrivare a ridurre il ricorso al lavoro straordinario e assicurare il giusto riposo ai lavoratori tra un turno e l’altro. A garanzia di tutela dei livelli occupazionali, si chiede di intervenire sulle procedure dei cambi di appalto per rendere maggiormente cogenti le norme e ineludibili le regole.
Una specifica attenzione è riservata alla bilateralità e ai servizi che vengono erogati, per riuscire a rispondere alle esigenze e alle necessità dei lavoratori e delle loro famiglie, migliorando il tema della previdenza complementare e della sanità integrativa. Al contratto nazionale dovranno infine corrispondere contratti di secondo livello aziendali e/o territoriali, che sono al palo ormai da troppo tempo. Questi dovranno regolare l’erogazione di elementi economici integrativi e riuscire a intervenire sulle materie più rilevanti come l’organizzazione del lavoro.
A garanzia di pari tutele per tutti gli addetti del settore, il ccnl dovrà prevedere un elemento economico di garanzia da applicare alle aziende e agli ambiti territoriali dove non si arrivino a sottoscrivere accordi contrattuali di secondo livello. “Con queste linee di indirizzo – si legge nell’ipotesi di piattaforma –, Filcams, Fisascat e Uiltucs ritengono si debba affrontare il rinnovo contrattuale con l’esigenza di sviluppare il negoziato in un arco temporale certo, finalizzato alla priorità di recuperare il potere di acquisto dei lavoratori e consentire alle parti di proseguire, sulla base di proposte comuni, il confronto con le istituzioni preposte”. Quest’ultimo aspetto, relativo al ruolo e al rapporto con le istituzioni, assume ormai una priorità non più rinviabile, poiché tutto il settore e il contratto nazionale hanno bisogno di certezze, a partire da un maggiore controllo e da garanzie nel rispetto delle regole e delle normative specifiche. Tale intervento deve aiutare a ripristinare legalità e condizioni di concorrenza leale, che in questi ultimi anni non ci sono stati, danneggiando i lavoratori e il potenziale sviluppo del settore.