Tra i tanti contratti collettivi nazionali di lavoro in fase di rinnovo, quello scaduto il 31 dicembre scorso della vigilanza privata e dei servizi fiduciari presenta forse una difficoltà in più rispetto agli altri. La mancata sottoscrizione da parte di Uiltucs del contratto nazionale 2013 porta la Filcams all’impegno concreto di provare a ricreare le condizioni per una firma unitaria.

La ricomposizione di un quadro unitario (anche a partire dall’apertura del tavolo per la definizione della piattaforma) per la Filcams è importante, innanzitutto per il difficile stato in cui versa il settore e per le gravi problematiche che ne hanno caratterizzato l’andamento negli ultimi anni, a partire dalla sofferenza per l’assimilazione ad altri comparti lavorativi, per ciò che riguarda, in particolare, il mercato degli appalti.

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L’assenza di regole certe ha portato infatti a incrementare l’elusione di regole e contratti, portando a tariffe concordate con privati sempre più basse, senza escludere le pesanti ricadute dei tagli alla spesa per la pubblica amministrazione sui servizi privati di vigilanza. Si sconta, in quest’ottica, anche una sostanziale miopia delle aziende, che mirano a far quadrare bilanci e a governare situazioni contingenti più che a guardare in prospettiva a uno sviluppo del settore.

Il mancato rispetto delle regole porta inoltre a situazioni di illegalità diffusa, con i lavoratori messi nella condizione di accettare condizioni di lavoro al limite della regolarità, data l’assenza di controlli certi e puntuali da parte delle istituzioni preposte. Di fronte a queste innegabili difficoltà, il rischio di un contratto separato o di un allungamento dei tempi della trattativa è quello che già è stato ipotizzato come soluzione da qualche associazione di categoria, vale a dire la firma di contratti nazionali siglati da associazioni e organizzazioni sindacali minori, poco rappresentative e poco controllabili sul rispetto delle normative.

Il ministero dell’Interno (riferimento per il Testo unico di pubblica sicurezza, cui ci si attiene anche per la vigilanza privata e i sevizi fiduciari) non sarebbe più in grado di verificare efficacemente il rispetto delle regole previste dalla 269. La frammentazione di un settore così importante porterebbe a un’inevitabile impoverimento della categoria, con retribuzioni poco adeguate, e a frequenti turn-over legati alla ricerca di occupazioni più vantaggiose economicamente. Il rischio di frammentazione è quindi reale, e solo intervenendo con rapidità se ne possono attenuare (se non proprio evitare) gli effetti. Il rinnovo del contratto è l’occasione giusta per portare tutte le parti in causa a definire unitariamente i termini della questione.

La Filcams Cgil sta già lavorando a una bozza di piattaforma con l’obiettivo di aprire un tavolo unitario che porti all’avvio della trattativa di rinnovo. Sul tappeto ci saranno, sicuramente, la classificazione del personale, con la definizione delle mansioni per servizi di vigilanza e servizi fiduciari e nuovi livelli retributivi; un’esatta perimetrazione e riconoscimento delle attività rientranti nei servizi fiduciari.

Non solo. Nella trattativa dovranno entrare anche le questioni legate a una sostanziale deregolamentazione degli appalti, rivendicando l’applicazione di regole trasparenti, comuni anche con il settore della pubblica amministrazione, per evitare un pericoloso dumping sociale e la deriva verso l’illegalità. La Filcams si impegnerà affinché le proprie priorità siano tali anche per le istituzioni, le associazioni datoriali e le imprese del settore.