“Sono passati cinque mesi dal crollo del Ponte Morandi, il ponte che attraversavamo ogni giorno per andare a casa o al lavoro”. Ha esordito così Federico Vesigna, segretario generale della Cgil Liguria, aprendo oggi (mercoledì 23 gennaio 2019) il dibattito nel corso del XVIII congresso della Cgil. “Una tragedia per le vittime, per gli sfollati, per il porto e per l’intero sistema produttivo ligure”, ha aggiunto: “Dal governo abbiamo avuto tanti annunci e pochi fatti, ci auguriamo che la ricostruzione del ponte proceda senza intoppi, ma i prossimi mesi saranno molto complicati”.
Vesigna ha sottolineato che il decreto Genova “ha messo risorse per l’emergenza, ma manca totalmente un serio intervento per tutelare il sistema produttivo e per aiutare il porto a non perdere quote di traffico”. Il segretario generale ligure ha poi rimarcato che “il deficit infrastrutturale della regione era sotto l’occhio di tutti anche prima del crollo, quindi bisognerebbe smetterla con il fare filosofia sul terzo valico e sulla Gronda: l’analisi costi-benefici è una farsa, dietro di essa si nasconde un’idea di Paese che non è la nostra, perché senza infrastrutture rinunceremo a essere la piattaforma logistica del Mediterraneo”.
Nel corso dell’intervento dal palco della Fiera del Levante di Batri, Vesigna ha affermato che “non possiamo aspettare che il governo finisca di fare danni. Per questo la manifestazione del 9 febbraio è importante: serve un’operazione verità sulle tante balle su cui ci fanno il lavaggio del cervello. Non dobbiamo farci ammaliare dalle sirene del reddito di cittadinanza e quota 100: nella manovra non c’è niente, la ricetta del governo per crescere è manomettere il codice degli appalti e tassare ad appena il 15 per cento le partite Iva”. Il 9 febbraio, ha quindi concluso, è il “passaggio fondamentale per tornare a metterci in movimento, perché il clima nel paese può cambiare e può farlo anche rapidamente”.