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Portare le vertenze sotto il Consiglio regionale del Piemonte, per mettere in evidenza la gravità della situazione che i lavoratori del settore metalmeccanico torinese stanno vivendo: è questo il senso della mobilitazione promossa per oggi, 18 dicembre, da Fim, Fiom e Uilm di Torino che dalle 15.30 saranno in presidio sotto palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte in via Alfieri 15, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori della aziende metalmeccaniche in crisi: la Mahle, la Ventures (ex Embraco), la Lear e l'Alpitel, azienda di installazioni per telecomunicazioni che lunedì ha dichiarato il licenziamento di 30 lavoratori nel sito torinese.
Davide Provenzano, Edi Lazzi, Luigi Paone, segretari generali di Fim, Fiom, Uilm Torino, dichiarano: "Questa iniziativa, decisa nelle ultime ore, segna la gravità della situazione e la richiesta da parte dei lavoratori di risposte e soluzioni. A queste aziende e alle altre già in difficoltà, ricordiamo l'Alcar, la Blutec, l'Olisytem, la Manital, la Cnh, la Comital (che licenzierà tutti i dipendenti e su cui bisognerà vigilare sul mantenimento dell'impegno sottoscritto la scorsa settimana di riassumere il 50% degli addetti), si aggiungono la già citata Alpitel e la Martor, azienda dell'automotive che sta già utilizzando da tempo i contratti di solidarietà e che si accinge a dichiarare il licenziamento di una parte cospicua di lavoratori”.
Questa è la prima iniziativa che si innesta dentro la “Vertenza Torino” lanciata con la fiaccolata di Cgil, Cisl e Uil di venerdì scorso. “Serve un piano generale per la città, è inutile continuare a inseguire azienda per azienda, esuberi dopo esuberi – dicono ancora i segretari di Fim, Fiom e Uilm -. Serve una cabina di regia che possa indirizzare le risorse su un progetto comune di rilancio dell'economia cittadina. Le poche cose che si stanno facendo, come il competence center e le collaborazioni con il Politecnico e l'Università di Torino, rischiano di essere avulse da un contesto generale e quindi poco efficaci per trovare una via di uscita da questa crisi", concludono.